mercoledì 6 aprile 2016

Ritenute infondate le querele di Emilio Nicola Buccico: Assolti i giornalisti Nicola Piccenna e Nino Grilli

Ritenute infondate le querele di Emilio Nicola Buccico: Assolti i giornalisti Nicola Piccenna e Nino Grilli

Ai due giornalisti erano contestati ben 5 capi di imputazione a seguito di querele dell'Avv. Emilio Nicola Buccico, ritenute assolutamente infondate dal Tribunale Penale di Salerno.
Avv. Emilio Nicola Buccico
Oggetto di contestazione 7 articoli scritti da Nicola Piccenna e pubblicati dal settimanale "Il Resto", non graditi dall'Avv. Nicola Buccico.
Il giornalista riferì di un incarico professionale conferito all'Avv Angela Buccico, nonché del colloquio tra esso Buccico, l'allora Procuratore di Potenza, Giuseppe Galante ed il Sost. Proc. D.ssa Claudia De Luca nel corso del quale Buccico si prodigò in apprezzamenti e considerazioni di cui non gradì la pubblicazione.
Dr. Giuseppe Chieco
Ed ancora, del rinvenimento di una querela di Buccico nel Personal Computer del Dr. Giuseppe Chieco (allora procuratore della repubblica a Matera).
On. Nicola Mancino
Altra doglianza, riguardò l'interpello all'onorevole Nicola Mancino, all'epoca Vice Presidente CSM, circa l'inopportunità di partecipare ad un convegno di studenti delle superiori sul tema delle garanzie costituzionali che vedeva correlatore Emilio Nicola Buccico, all'epoca di quel convegno indagato per gravissimi reati (procedimento successivamente archiviato).
Avv. Leonardo Pinto
L'avv. Leonardo Pinto, difensore di entrambi gli imputati, nell'arringa finale, ha ricordato come il giornalismo d'inchiesta meriti una ampia tutela ordinamentale per la sua alta funzione di difesa della democrazia e della sovranità popolare nel nostro ordinamento costituzionale, non mancando tuttavia di evidenziare l'infondatezza dell'accusa con riferimento agli articoli oggetto di contestazione.
Il giudice, dopo una lunga camera di consiglio, oggi 6/4/2016, ha letto il dispositivo della sentenza di assoluzione per Nicola Piccenna, quale redattore degli articoli e Rocco Antonio Grilli detto Nino quale direttore responsabile del settimanale "Il Resto", affermando così, ancora una volta, i principi della libertà di informazione e del diritto di cronaca e di critica tutelati dall'art 21 della Costituzione.
Cap. Pasquale Zacheo
Nel corso dell'ampia e approfondita istruttoria, l'avv. Leonardo Pinto ha interrogato i testi:
Dr. Luigi de Magistris
Dr. Luigi De Magistris, Cap. CC Pasquale Zacheo ed il Maresciallo GdF Luigi Musardo, i quali hanno ripercorso ed illustrato al Giudice vicende dell'inchiesta Toghe Lucane, trattate negli articoli posti a base dell'accusa.

sabato 2 aprile 2016

Cari amici e cari nemici (degli ignavi, oggi, non parliamo),
molti mi sollecitano un contributo sulla vicenda "petrolio" che sembra scuotere l'opinione pubblica (più che altro quella mediaticamente raggiungibile) per l'inchiesta della Procura di Potenza sfociata in arresti giustificati da gravissime ipotesi di reato.
Mi ero ripromesso di non intervenire (giornalisticamente parlando) su questa vicenda e nemmeno sulle altre convinto come sono che non ha senso informare cittadini che hanno poca stima del giornalismo d'inchiesta e molta considerazione dei talk show, come si comprende conoscendo l'indice di lettura dei quotidiani Italiani.

Tuttavia, poiché giornalista è un modo di essere e non un mestiere, non riesco a sottrarmi a proporre alcune considerazioni derivanti dalla mia attività di giornalismo d'inchiesta:


1 - La speculazione politica è il fattore che muove le considerazioni e le proposte/rivendicazioni. Il ministro Guidi (anzi l'ex) non ha commesso alcun reato e non ha favorito nessuno, poiché si è limitata a fornire una notizia che non era coperta da alcun segreto e che non è stata determinata o pilotata da lei ma con u iter parlamentare. Si può dissentire ed anche criticare quella decisione ma è assurdo attribuire alcuna responsabilità all'ex ministro.
2 - La vera e drammatica questione che emerge e che appena si accenna, è la sistematica alterazione o obliterazione dei dati sull'inquinamento prodotto dallo sfruttamento dei giacimenti petroliferi Lucani. Responsabilità in capo a tutti i livelli (nazionali, regionali, provinciali e comunali) della pubblica amministrazione e, ancor più, della stessa Procura della Repubblica di Potenza che (oggi attiva) per anni ha ignorato le segnalazioni e le denunce dei cittadini e delle organizzazioni di cittadini in materia di inquinamento giungendo persino a indagare, portare a processo e chiedere (ottenendola in alcuni casi) la condanna di quanti non si sono mai arresi alla favola dell'aria e dell'acqua non contaminate dalle attività estrattive.
3 - Aspetto non secondario al livello di degrado istituzionale raggiunto in Basilicata o, più in generale, in Italia è il totale silenzio dell'informazione pubblica e privata sull'inquinamento più grave, consistente e documentato prodotto dagli "stream gas" che a milioni di tonnellate vengono rilasciati in atmosfera o bruciati in torcia (che significa senza alcun filtro!). Su questa materia non è dato sapere che fine hanno fatto gli esposti inviati negli anni alla Procura di Potenza.
4 - Allo stesso modo, occorre registrare il totale silenzio dell'informazione pubblica e privata sulle cessioni delle aziende titolari dei diritti di "coltivazione" (cioè di sfruttamento dei giacimenti petroliferi). Cessioni registrate formalmente per poche migliaia di euro ma del valore reale di miliardi di euro. Anche in questa materia sono sconosciute le attività intraprese dalla Procura della Repubblica di Potenza e di Napoli e dalla Corte dei Conti di Potenza, tutte formalmente destinatarie di dettagliate segnalazioni confortate da documenti probatori.
5 - Nessuno ha inteso approfondire se l'iter autorizzativo nei passaggi di proprietà delle imprese titolari delle concessioni di sfruttamento sia stato rispettoso della Legge e le domande poste a riguardo, segnalando alcune autorizzazioni "impossibili", sono rimaste senza risposta da parte dell'UNMIG e non si sa se mai siano state prese in carico dalla Procura della Repubblica di Potenza.

Di tutto quanto innanzi, ho dato ampio conto a partire dal giugno 2004 e, facilmente, se ne può avere dettagliata cronaca effettuando una ricerca sui "motori" più utilizzati digitando: "piccenna petrolio"
Avv. Emilio Nicola Buccico

In molti hanno tentato di farmi tacere ma, sino ad oggi, non ci sono riusciti e, se ci riuscissero ora, sarebbe troppo tardi perché tutto è pubblicato su internet e la rete è un serbatoio di democrazia e libertà pressoché inattaccabile. Per i più robusti, provate a ricercare: "piccenna ustica"; "piccenna nucleare"; "piccenna Bubbico"; "piccenna Buccico"; "piccenna mancino"; "piccenna napolitano"; "piccenna baco da seta"; "piccenna cerere"; "piccenna Barilla"; "piccenna plutonio"; "piccenna fidanzatini"; "piccenna magistratura"... "piccenna ciò che vi viene in mente"

Infine provate ad interrogarvi sul silenzio (quasi totale) dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti e (totale) dell'Ordine Regionale Lucano dei Giornalisti sugli oltre 400 (quattrocento) procedimenti penali che mi hanno riguardato negli ultimi 8 anni e dei 76 procedimenti disciplinari a carico di magistrati che si sono "occupati" di me. Provate ad interrogarvi sul silenzio dell'informazione pubblica e privata sulle decine di assoluzioni, proscioglimenti e archiviazioni a me favorevoli (nessuna condanna definitiva sino ad oggi ed una sola condanna ancora da appellare in Cassazione).
Vi sorgerà almeno il dubbio, spero, che l'unico antidoto in grado di debellare questo malcostume diffuso e pericolosissimo è la libertà di stampa sostenuta da inchieste giornalistiche serie e approfondite.