mercoledì 6 febbraio 2019

Celestina Gravina li chiamava "fuocherelli": storie di mafia



Dopo la sua partenza dalla Procura di Matera nel febbraio 2016 (per inidoneità, così disse il CSM della D.ssa Celstina Gravina), la Procura Antimafia di Potenza iniziò ad indagare sui "fuocherelli" di cui si parlò nell'audizione del 24/6/2014.
Le indagini hanno determinato sviluppi: 21 arresti fra Policoro e Scanzano Jonico (Matera). Un clan accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, tentati omicidi e incendi dolosi ad aziende ortofrutticole.
Può essere utile rileggere (meglio ascoltare:

quello che si disse quel 24/6/2014 in Commissione Antimafia, e scolpire nel marmo un'altra storia che non è consentito dimenticare!


XVII Legislatura
Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

Seduta n. 44 di Martedì 24 giugno 2014
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera, Celestina Gravina.

  PRESIDENTE (On. Rosy Bindi): L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera, Celestina Gravina.
L'audizione ha a oggetto la situazione della criminalità organizzata a Matera e nella costa ionica della Basilicata e si pone a completamento della missione svolta a Matera lo scorso 16 aprile….
…Prima di passare la parola al procuratore Gravina, che ringrazio per la sua presenza, mi preme ricordare, all'inizio di quest'audizione, il suo oggetto specifico, scaturito soprattutto dalla nostra presenza in missione a Matera. In tale missione noi abbiamo riscontrato una certa lontananza tra fatti verificatisi che vengono definiti «spie» della presenza della criminalità organizzata – mi riferisco allo spaccio di droga, all'usura, a danneggiamenti, a incendi, a estorsioni – e una sorta di negazione da parte sia del Comitato sicurezza, sia della stessa procura nella riconduzione di questi fatti a segnali di presenza della criminalità organizzata…
…L'altro aspetto sul quale io non posso non interpellare il procuratore Gravina è legato al fatto che ben due relazioni della Direzione nazionale antimafia, con riferimento a tutte le relazioni che tutti gli anni la Direzione scrive, come lei ben sa, mettono in evidenza una sorta di incomprensione o di non comunicazione tra la DDA di Potenza e la procura di Matera, con particolare riferimento alla scarsa adesione al protocollo di intesa sulle indagini che riguardano la criminalità organizzata.
Do la parola alla dottoressa Gravina.
CELESTINA GRAVINA (procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera): Sono grata al presidente e alla Commissione per quest'audizione, perché, come avevo già detto quando l'altra volta mi ero giustificata per un impegno, mi fa piacere esporre i fatti come sono. Io sono un magistrato, non un'esperta in sociologia criminale, e non ho poteri rabdomantici di alcun genere. Mi muovo in base ai fatti accertati nei processi oppure a quelli raggiunti da gravi elementi di configurazione.
Devo dire una cosa. Presidente, lei sosteneva che le forze di polizia, insieme alla procura di Matera, avrebbero negato fatti da cui desumere l'esistenza di radicamenti della criminalità organizzata. Effettivamente me ne sono accorta. Ieri, avendo fatto una piccola ricerca, ho letto che l'ultima relazione semestrale della DIA, la quale dedica al contesto lucano tre righe della sua relazione, scrive: «Dopo l'incisiva disarticolazione giudiziaria subita negli anni dalla locale criminalità adesso il contesto lucano è soltanto sottoposto alla pressione di gruppi appartenenti a macrofenomeni limitrofi, anche se limitata a singole progettualità»
…È difficile. Come le dicevo, un'associazione mafiosa che funzioni è un'associazione che non accende fuocherelli ogni tre giorni. È facile dire che sia l'omertà del 416-bis. È un lavoro difficile.
PRESIDENTE: Mi scusi, procuratore. Non ho dubbi. Se non fosse difficile, avremmo già sconfitto le mafie. La domanda, però, era: ammesso e non concesso che le mafie non accendano i fuocherelli, se poi è un fuocherello a distruggere intere piantagioni – formulo la domanda e poi lei avrà modo di rispondere – avete trovato i responsabili di questi fatti o no? Dell'usura avete trovato i responsabili o no? Del traffico di droga avete trovato i responsabili o no? Un altro sintomo chiaro e netto – lo dico non per fare sociologia, ma per attenerci strettamente ai processi di mafia – un altro indizio chiaro è che, se non si trovano gli autori, forse gli autori sono loro.
Io non credo che la DDA di Potenza, che segnala la necessità di indagini, lo faccia perché vede dappertutto la mafia anche dove non c’è. Lei ha cercato e non ha trovato. Il dubbio che non abbia cercato bene non viene? Questa situazione permane, non si ferma. Le notizie arrivano. Io non leggo i commenti, guardo i fatti, come lei guarda i fatti…
…Noi non siamo il CSM, però un'altra domanda non posso non fargliela: lei sa che ci sono sul suo operato alcune interrogazioni presentate da parlamentari che riguardano una sorta di inerzia della procura rispetto ad alcune denunce ed esposti che sarebbero arrivati? Per noi anche questo collegamento diventa importante.
Anche nella scorsa occasione, quando, quindici anni fa, ci trovammo di fronte in Basilicata a qualche cosa di totalmente inatteso – questa non è sociologia criminale; sono gli atti processuali che ne parlano – e anche in quella circostanza il radicamento tanto forte e violento fu legato alla sottovalutazione di sintomi che si erano precedentemente verificati.
Questa Commissione è tornata, glielo confesso, da Matera con un po’ di preoccupazione. Vorremmo che lei ci aiutasse in questo. Se ci basiamo sui processi precedenti, peraltro, vediamo che per un'usura c’è stato un proscioglimento e per spaccio di droga ancora un proscioglimento. Non c'era nulla?
CELESTINA GRAVINA: Questi non sono processi istruiti dalla procura di Matera.
PRESIDENTE: Perfetto. Allora lei mi parli delle sue indagini.
CELESTINA GRAVINA: procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera. Non posso parlare delle indagini. Parlo dei processi, ovviamente.
PRESIDENTE: No, siamo in una Commissione d'inchiesta.
CELESTINA GRAVINA: procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera. È una Commissione d'inchiesta?
PRESIDENTE: La nostra è una Commissione d'inchiesta, con gli stessi poteri della magistratura, procuratore. Entriamo in seduta segreta, se lei me lo chiede, ma lei non può rifiutarsi di risponderci. Ancorché in audizione libera, lei è tenuta a fornirci le risposte alle domande che noi le facciamo.
Se poi lei non vuole collaborare in audizione libera, noi abbiamo gli stessi strumenti che ha lei quando qualcuno non risponde alle sue domande. Non abbiamo la possibilità di procedere...
CELESTINA GRAVINA: procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera. Abbiamo gli stessi strumenti?
PRESIDENTE: No, voi avete uno strumento in più, che noi non abbiamo e che è quello dei provvedimenti sulla libertà delle persone, che non è uno strumento da poco, chiaramente. Meno male che non ce l'abbiamo, perché tremerei a usarlo, ma sul fatto dello stabilire la realtà delle cose abbiamo gli stessi strumenti della magistratura. La legge istituisce questa Commissione in base a un articolo della Costituzione.
La pregherei, quindi, di essere più collaborativa da questo punto di vista. Noi continuiamo a ricevere molte sollecitazioni. Non sono tenuta a dirglielo, ma è così. Se vuole, segretiamo.
CELESTINA GRAVINA: procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera. Magari segretiamo. Se posso dire qualcosa in più, segretiamo.
PRESIDENTE: Se lei ci dice qualche cosa di più, segretiamo, ma la negazione di una realtà, francamente, è un fatto che ci preoccupa, come gli altri fatti. Vuole che segretiamo?
CELESTINA GRAVINA: procuratore della Repubblica presso il tribunale di Matera. Segretiamo...

MA IL TEMPO E' GALANTUOMO E QUESTO SEGRETO OGGI NON SALVA l'operato di Celestina GRAVINA