martedì 5 dicembre 2017

Impianto ITREC di Rotondella: le verità nascoste, le responsabilità rimosse

Impianto ITREC di Rotondella:
"...guardarsi bene dal citare il Dr. Nicola Maria Pace (PM che indagò a fondo sull'impianto ITREC di Rotondella (Mt) e, più ancora, evitare anche minimi cenni sui nomi dei politici..."

https://www.iene.mediaset.it/video/vivere-accanto-a-un-ex-impianto-nucleare_12852.shtml ed il trasporto di materiale radioattivo della notte tra il 28 e 29 luglio 2014, quando il viceministro degli interni era un Lucano, lo stesso che fece finta di non sapere che per il sito unico Italiano per il deposito dei rifiuti nucleari era stato scelto Scanzano Jonico. Scelta a cui lui stesso, afferma il Verbale del Consiglio dei Ministri, aveva assicurato accoglimento "senza fare le barricate"... Guardarsi bene dal fare nomi... l'inquinamento più terribile è quello dell'informazione che impedisce ai cittadini di conoscere il pericolo, i mandanti e gli esecutori materiali del delitto di disastro ambientale che miete vite umane da anni.

giovedì 19 ottobre 2017

Qualche domanda e qualche informazione su Marinagri

Con comunicato stampa del 7/10/2017, Vincenzo Vitale, in qualità di amministratore unico di Marinagri s.p.a., con riferimento alle notizie giornalistiche riguardanti la società in parola nel fornire, a suo dire, alcune precisazioni, ha fatto riserva di “ogni azione nei confronti di qualsivoglia soggetto che, anche mediante la diffusione di informazioni non rispondenti a vero, possa danneggiare gli interessi della società e, soprattutto dei suoi creditori”.

Che il sig. Vitale si preoccupi della società che amministra è legittimo e comprensibile.
Che voglia il silenzio intorno alla società e all’attività dei suoi amministratori è inaccettabile.
Che si preoccupi degli interessi dei creditori è assolutamente superfluo: gli stessi sono in grado di tutelarsi senza dare preoccupazioni ad altri.

Del gruppo Marinagri sono titolati ad occuparsene tutti i contribuenti italiani per ragioni che appresso si spiegheranno.
Per inquadrare la vicenda non sarà inopportuno ricordare che Marinagri opera in un’area di circa 300 ettari di certo non fortunata.
Nel 1959 l’intera zona fu interessata dalle piene alluvionali che modificarono il corso del fiume. Quell’alluvione è rimasta scolpita nella memoria dei cittadini perché vi fu un morto.
Negli anni ’70 l’area di cui innanzi fu oggetto di esproprio per la realizzazione di impianti di acquacoltura con collegata attività industriale mai realizzata.
Negli anni ’80 una società denominata Consyris propose di realizzare un centro di acquacoltura con una spesa a totale carico della Cassa del Mezzogiorno di oltre 25 miliardi di lire.
Ma anche quell’iniziativa non ebbe fortuna e si arenò.
Agli inizi di questo secolo l’area venne destinata ad un complesso turistico che fu oggetto di indagini. Dal relativo processo gli imputati vennero assolti all’udienza preliminare.
Vi fu appello del P.M. ma il giudice di secondo grado confermò l’assoluzione.
Il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro, così ricorda lo scrivente, predispose il ricorso per cassazione ma il diavolo ci mise la coda e il relativo atto fu depositato con un giorno di ritardo causandone l’inammissibilità.
Di recente sono circolate notizie circa difficoltà economiche della società che ora sono all’attenzione del Tribunale Civile di Matera. Direbbero i maligni (o, per qualcuno, i gufi) che la iella continua.
Poiché non intendo osservare il silenzio come richiesto dal sig. Vitale formulo, a chi di dovere, le seguenti domande:
PRIMA DOMANDA
All’on. Filippo Bubbico, all’on. Vito De Filippo, al dott. Marcello Pittella, nella qualità e per il periodo in cui hanno ricoperto l’incarico di presidente della Giunta Regionale.
Filippo Bubbico

Nel predisporre il progetto di Marinagri, in una pubblicazione del Consiglio Regionale della Basilicata è scritto: “la ET&M mette in risalto che lo studio dell’impatto delle opere esterne portuali sulla morfologia costiera condotto mediante l’applicazione del modello numerico del tipo ad una linea definito Aries sviluppato dalla Modimar e dal Polidraulico dell’Enel, ha evidenziato che la zona localizzata in prossimità della foce del fiume Agri è caratterizzata da una marcata erosione della linea di riva e che il trasporto solido costiero è diretto prevalentemente da sud verso nord”. Si aggiunge poi che la realizzazione di nuove opere esterne avrebbe potuto accentuare l’erosione. Sarebbe stato quindi opportuno costruire un sistema di difesa “per garantire il riequilibrio della fascia costiera interessata da vistosi fenomeni di erosione dell’apparato fociale del fiume Agri”. Si ipotizzava, pertanto, un’opera di difesa comprendente un “versamento di sabbia (circa 30.000 metri cubi annui) avente caratteristiche congruenti con quella nativa tale da determinare un avanzamento della linea di riva pari a 50 metri rispetto alla posizione” dell’epoca.
Dunque l’erosione della costa era stata prevista e si imponevano opere di difesa anche con l’apporto di 30.000 metri cubi di sabbia all’anno!!!
Che io sappia, i 30.000 metri cubi di sabbia all’anno non sono mai stati apportati e per porre rimedio ai guasti causati occorrono non meno di 7 milioni di euro. E allora, si chiede:
perché fu autorizzato un progetto che avrebbe comportato una rovinosa erosione della costa?
chi avrebbe dovuto vigilare sull’apporto della sabbia che poi non è avvenuto?
chi pagherà i 7 milioni occorrenti per riparare quei danni?
chi, per il futuro, dovrà farsi carico dell’apporto della sabbia?
che dice in proposito il Procuratore Regionale della Corte dei Conti?
SECONDA DOMANDA
Al dott. Nino Grasso, capo ufficio stampa del Presidente della Giunta Regionale, al dott. Marcello Pittella, presidente della Giunta Regionale.
Marcello Pittella

Nelle polemiche intercorse negli anni in cui si svolgevano le indagini sulla vicenda Marinagri il dott. Nino Grasso elogiava l’iniziativa e criticava l’indagine giudiziaria.
A supporto delle sue tesi poneva l’occasione importante dello sviluppo dell’area che avrebbe comportato non meno di 1.000 posti di lavoro.
L’indagine si concluse consentendo l’iniziativa ma i posti di lavoro sono di là da venire. Alcuni in maniera generosa parlano di 200 posti ma di ciò si dubita.
Cosa dicono in proposito il dott. Nino Grasso e il dott. Marcello Pittella?
TERZA DOMANDA
Al sindaco di Policoro e al dott. Giovanni Trifoglio.
Da comunicati stampa di gruppi politici è emerso che per l’anno 2013 il Comune di Policoro non avrebbe incassato l’IMU per un importo molto consistente euro. Di tale importo quello dovuto da Marinagri costituirebbe la parte maggiore. Nulla si sa di eventuali tributi precedenti o successivi al 2013.
Si chiede perché a distanza di 4 anni quell’imposta non sia stata ancora pagata.
Sulla circostanza, osservo:
il responsabile dei servizi finanziari del Comune di Policoro è il dott. Ivan Vitale, figlio di Vincenzo Vitale;
dal 2012 al 2015, presidente del collegio dei revisori del Comune di Policoro è stato il dott. Giovanni Trifoglio;
dal 2012 e fino a questo momento il dott. Giovanni Trifoglio è sindaco revisore di Marinagri;
dalle scorse elezioni del mese di giugno il dott. Giovanni Trifoglio è assessore al bilancio ed è quindi il diretto superiore di Ivan Vitale.

Alla luce di quanto esposto emerge che il dott. Giovanni Trifoglio è stato controllore di Marinagri e controllore del Comune di Policoro. Oggi è controllore di Marinagri, debitrice verso il Comune di Policoro. Contestualmente è assessore al bilancio dello stesso Comune, a sua volta creditore di Marinagri di oltre 1 milione di euro che avrebbe dovuto riscuotere dal 2013.
Chiedo al sindaco di rispondere pubblicamente a questa domanda: può il dott. Trifoglio continuare a ricoprire l’incarico di assessore al bilancio?
Potrà il dott.re Vitale ricoprire la carica di dirigente dell'ufficio finanziario
QUARTA DOMANDA
Pende, innanzi al Tribunale di Matera, un giudizio intentato dall’Alsia nei confronti di Marinagri per la restituzione di alcune superfici di terreno.
In qualità di contribuente mi permetto di far osservare all’amministratore unico di Marinagri che i circa 300 ettari su cui sorge il complesso turistico furono espropriati per un’attività industriale mai compiuta. Il prezzo pagato fu stimato pari al costo di una sigaretta per metro quadro.
La stessa società, per l’opera turistica, avrebbe incamerato un cospicuo contributo pubblico.
Sia pure in maniera infinitesimale le mie tasse hanno contribuito al beneficio goduto da Marinagri. Ho dunque il diritto di chiedere conto di quel danaro.
Pochi anni or sono l’Alsia, sulla base di un parere reso da un docente universitario, ritenne di affidare ad un avvocato di Potenza l’incarico di richiedere la restituzione di circa 300 ettari di terra ovvero il controvalore economico. Il professionista scrupolosamente predispose l’atto di citazione ma il legale rappresentante dell’Alsia non gli conferì il mandato. Per l’opera svolta fu corrisposto a quell’avvocato il meritato compenso di circa 40 mila euro ma apparve incomprensibile il comportamento dell’Alsia.

Domanda: può dire il Direttore Generale dell’Alsia perché quell’atto di citazione non venne notificato? Soprattutto può dire se la causa attualmente pendente innanzi al Tribunale di Matera riguarda tutta l’area o solo una piccola parte?
QUINTA DOMANDA
Vincenzo Vitale ha affermato che la società, pur vivendo un momento di difficoltà, sarà in grado di mantenere i suoi impegni. Mi auguro sinceramente che ciò si verifichi e che tutti i creditori siano soddisfatti. Ma una domanda a Vincenzo Vitale debbo porre: è vero che numerosi soci hanno convenuto in giudizio la società Marinagri perché non ha provveduto a stipulare contratti di vendita? E se è vero, perché?
Ottavio Frammartino (Cittadino policorese e senegalese)

martedì 25 luglio 2017

Dove eravamo rimasti

Dove eravamo rimasti

Cari amici ed anche non, riprendo una collaborazione continuativa con un quotidiano stampato su carta: unico veicolo d’informazione che non ammette fraintendimenti. “Scripta manent”, dicevano i Romani e loro la sapevano lunga (e antica) in termini di diritto e civiltà giudiziaria tanto che oggi, A.D. 2017, la Cina sta redigendo il proprio Codice Civile a partire dal nostro (Italiano) che è di diretta derivazione “romana”. Ciò che è scritto è scritto, vale per gli errori e per i giudizi così che si possa chiedere scusa per i primi e cambiare idea per i secondi ma sempre nella completa assunzione di responsabilità.
Salvatore Adduce
Già, la responsabilità: parola molto evocativa e desueta. Tanto che gli impegni assunti spesso vengano disattesi allegramente, addirittura in nome della responsabilità. Un candidato sindaco (Raffaello De Ruggieri) si candida con una coalizione vasta quale alternativa al sindaco uscente (Salvatore Adduce). Volano gli stracci e ciascuno attacca a testa bassa sul danno che causerebbe alla città la vittoria dell’altro specie per le conseguenze sulla scadenza del 2019 in cui Matera sarà Capitale Europea della Cultura. Poi, dopo due anni di acrobazie politiche e cambi di assetto delle giunte a geometria variabile, la sorpresa. Per senso di responsabilità verso la città: tutti insieme. Proprio così, la responsabilità!

Raffaello De Ruggieri

Eravamo rimasti alla responsabilità di informare che è qualcosa in più della libertà di stampa o di parola o, per dirla meglio, è l’esercizio di quelle libertà che per un giornalista sono doveri e non semplici facoltà. Dicono con le frasi fatte che nessuno contesta (ma che pochi applicano) che il giornalista è il cane da guardia della democrazia. Avete sentito abbaiare molto negli ultimi anni? Forse perché a questi “cani” è uso lanciare ossi da spolpare e l’attività richiede troppo tempo e concentrazione perché si possa pensare anche ad informare. Alcuni si accontentano dell’osso che è sempre meglio della fame!
E, infine, la responsabilità di essere informati che non bisogna confondere con le chiacchiere al bar o le coraggiose quanto inconcludenti “sparate” sui social dove si invocano punizioni esemplari per chi non raccoglie l’escremento del proprio cane con la stessa facilità con cui si chiede di buttare a mare adulti a bambini “a prescindere”. Ebbene, la responsabilità di essere informati è quella che più di tutte incide sul vivere civile o incivile di un popolo e di una società. La responsabilità che si può esercitare solo leggendo dalla carta (e magari conservandone qualche straccio ogni tanto) così da avere chiaro chi dice cosa e potersene avvalere per le scelte ed i giudizi.
Il petrolio lucano; il crollo di via Piave a Matera; i bilanci dell’Ordine degli Avvocati di Matera; la morte di Luca e Marirosa; il deposito nazionale di scorie nucleari; il grano contaminato da ocratossina, DON e Glifosato; Ustica ed il Mig (libico?) caduto sulla Sila; il pastificio Barilla di Matera e le macchine vendute in Russia; il pastificio Cerere e poi Tandoi… Tutti argomenti già affrontati ma che sono oggi attuali come cinque anni fa. Proprio dove eravamo rimasti a da cui occorre ripartire.
Nicola Piccenna (Quotidiano "ROMA" ed Lucana del 25/7/2017)

sabato 27 maggio 2017

L’inutile lamento dell’Avv.Nicola Rocco

L’inutile lamento dell’Avv.Nicola Rocco


L’Avv.Nicola Rocco, con uno scritto personale (non come Presidente dell’Ordine) pubblicato sul “Foro Materano”, sito informativo e divulgativo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Matera, si è lasciato andare ad un lungo ed inutile lamento che evidenzia non la “spaccatura” dell’avvocatura, ma una inammissibile ed anacronistica concezione della stessa rispetto all’attuale sistema democratico e costituzionale, per fortuna, vigente in Italia. La versione dei fatti ricordati dall’Avv.Rocco non è quella rappresentata dal medesimo. Perciò la stessa richiede qualche precisazione. Inizio ricordando vicende note a tutti che è impossibile negare.
da sinistra: Avv. Leonardo PINTO, Avv. Nicola ROCCO

L’elezione del delegato distrettuale della Cassa Forense. Come si ricorderà, a conclusione di una vivace assemblea degli scritti, i candidati Clelia Imperio e il compianto e fraterno amico Antonio D’Angella rimasero ciascuno sulle loro posizioni. L’auspicio di tutti fu “vinca il migliore”. Accadde che, due giorni prima delle elezioni, il Consiglio dell’Ordine, in deroga ai suoi compiti e funzioni istituzionali, ben precisati dall’art.29 della Legge 24/2012, che non prevede l’individuazione di propri candidati e neppure la propaganda a sostegno degli stessi, deliberò che il proprio (sic!) candidato era Clelia Imperio divulgando il deliberato attraverso i mezzi di comunicazione istituzionale dell’Ordine che, giova ricordarlo, non sono “cosa privata”, ma cosa pubblica. Un simile atto come può definirsi? Atto di galanteria istituzionale? Gestione imparziale dell’Ordine? I colleghi certamente sono in grado autonomamente di definirlo.
Approvazione in ritardo di quattro bilanci consecutivi; neppure il più disastrato condominio dell’ultima borgata periferica di Roma o Napoli si permette una simile disinvoltura (per usare un eufemismo).
Avv.Rocco, lascia perdere; il vittimismo non sempre è utile; a volte gioca brutti scherzi e si ritorce contro chi lo pratica. 
Approfitto dell’occasione, per richiamare alcuni principi irrinunciabili, soprattutto per gli avvocati, che non possono e non debbono sacrificarsi sull’altare della “rassegnazione”.
Come noto, nel ns. Paese, il dissenso oltre ad essere consentito è tutelato. E’ altrettanto noto che la democrazia è stata inventata per tutelare le minoranze, che sono la sua essenza. Quando ci si infastidisce del dissenso, anche se infondato, non si è in grado di governare. Peggio quando si pretende l’unanimismo. Questo svuota di raziocinio l’individuo. Infatti, esso si realizza con la partecipazione e subordinazione all’anima collettiva di un sentimento unico, unanimeche lega gli adepti di un gruppo, di un’associazione o più in generale di una collettività umana in quanto sarebbe compito del Poeta dare agli uomini una chiara coscienza della loro personalità comune e sociale. Personalmente sono allergico ad una simile concezione e nessuno me la può imporre.
Tutti, o quasi, abbiamo maturato esperienze in partiti e associazioni e sappiamo benissimo che quando si invoca l’unità nell’interesse del sodalizio e della sua causa, è pronta la “fregatura”, sapientemente confezionata, di cui ci si accorge troppo tardi quando ormai i suoi effetti diventano inarrestabili.
Bene, è opportuno ricordare, prima di esaminare specifiche questioni, che gli ordini forensi -piaccia o non piaccia- sono enti pubblici soggetti alle regole della P.A.; essi hanno la rappresentanza istituzionale degli avvocati, ma non quella politico-sindacale affidata alle associazioni tutelate dall’art.18 della Costituzione. E’ assolutamente vietato, secondo il vigente ordinamento repubblicano, la rappresentanza per legge di una categoria, sia essa di lavoratori autonomi ovvero professionisti, che di lavoratori dipendenti. Il sistema (corporativo) della rappresentanza sindacale per legge, cioè di un  solo sindacato per ogni categoria professionale, con l’avvento della Costituzione repubblicana, è stato abolito e ne è rigorosamente vietata la ricostituzione. L’assurdo dell’assurdo è pretendere di imporsi come corporazione, senza camera delle corporazioni.
Ribaditi gli anzidetti principi, assai elementari, passo ad affrontare alcune questioni serie che, a mio avviso, interessano da vicino ed in modo concreto gli avvocati.
1.    La nuova legge professionale, proprio per garantire dissenso e trasparenza (nell’interesse pubblico) nella gestione dei consigli degli Ordini, ha previsto per la elezione degli stessi un sistema elettorale con il voto bloccato (2/3 e 1/3). Quindi il dissenso, a prescindere se fondato o meno, trova la sua ragion d’essere nella legge.
2.    Si è tentato maldestramente di “annacquare” tale sistema, democratico, perciò irrinunciabile, con il regolamento per le elezioni dei consigli circondariali, emanato, su parere favorevole (ah!) del CNF, con D.M. n. 170 del 10.11.2014, confondendo volutamente la minoranza di genere con la minoranza, minoranza. Il TAR Lazio con la sentenza n.8333/2015 e il Consiglio di Stato con la sentenza n.3414/2016 hanno sonoramente bocciato il maldestro tentativo. 
Di tale bocciatura non possiamo certo essere fieri noi avvocati e i magistrati che hanno predisposto il decreto ministeriale annullato dal Giudice amministrativo. Bella figura!
Il Consiglio dell’Ordine di Matera condivide il parere del CNF o sta dalla parte dei Giudici amministrativi?  
Ma c’è di più, molto di più!!! Il CNF -anziché meditare sulle “legnate” somministrate da TAR e Consiglio di Stato e farne tesoro- ha rigettato le impugnazioni avverso i procedimenti elettorali svoltisi con il regolamento annullato. I colleghi interessati hanno proposto ricorso per cassazione e la S.C. a SS.UU. con le recenti sentenze n.2481/2017 e n.2624/17 ha annullato i procedimenti elettorali degli Ordini di Bari e Latina (sono in arrivo altre sentenze analoghe). Il Ministro della Giustizia ha dovuto nominare i commissari per lo svolgimento di nuove elezioni secondo l’indirizzo del Giudice amministrativo.
Altra bella figuraccia!!!
Qual è la posizione del Consiglio dell’Ordine di Matera sulle eloquenti sentenze delle SS.UU.?  Condivide tali sentenze o difende le assurde decisioni del CNF? Non si sa o perlomeno tale posizione non è a me nota. Però farebbe bene ad esprimersi sulla questione. Anzi invito a farlo.
Il Consiglio dell’Ordine di Torino, in prorogatio come quello di Matera, con deliberazione del 16 gennaio 2017 ha deciso di indire nuove elezioni con un proprio regolamento in linea con le “istruzioni” del TAR e del Consiglio di Stato. Assai eloquente è la lettera che allego del suo Presidente datata 23 gennaio 2017.
Il Consiglio di Matera che fa? Resiste, resiste, resiste…………..
L’Ordine torinese ha guastato “la festa” degli indomiti conservatori.
Il Consiglio di Matera perché non segue l’esempio dei colleghi piemontesi? 
Vedi Avv.Rocco, se unitamente ad altri colleghi, sono dotato di una certa sensibilità democratica, questo non ti deve infastidire, non puoi che prenderne atto. Ti esorto a fare un doveroso atto di correttezza istituzionale (a te piace tanto parlare di garbo istituzionale): quello di proporre al Consiglio di indire nuove elezioni seguendo  l’esempio di Torino. I relativi atti, ben motivati, sono pubblicati sul sito dell’Ordine di quel foro.
3.    Per giustificare l’intervento di sistemazione delle aule al primo piano del Palazzo di Giustizia a spese dell’Ordine, l’Avv.Rocco ha pensato bene di ricordare che anche gli Ordini di Milano e di Bari avrebbero fatto simili “soccorsi finanziari”. Ma questo non vuol dire assolutamente che ciò sia conforme a legge. Infatti, i compiti e le funzioni dei Consigli circondariali, come detto, sono ben definiti dall’art.29 della L.247/2012; tra questi non è prevista, né in verità poteva esserlo,  l’esecuzione di lavori a spese degli avvocati per uffici giudiziari di proprietà comunale o statale.
La vicenda mi fa ricordare quando in passato, nell’immediato dopoguerra, durante l’inverno, nelle scuole gli alunni -a turno- portavano in classe carboni ardenti per potersi riscaldare.
Vorrei comprendere, siamo tornati indietro di oltre mezzo secolo??? Ritengo proprio che non sia possibile.
Ma c’è di più e molto di più! Laddove sono stati eseguiti i lavori ovvero interventi con fondi degli ordini, non vi è stata la disponibilità dell’Amministrazione comunale a farsi carico degli stessi, come invece avvenuto a Matera. Il Sindaco Adduce, dopo aver assunto tale impegno in un incontro con avvocati presso il Comune, ha partecipato all’assemblea degli iscritti all’Ordine tenutasi il 10.12.2013 ribadendo tale disponibilità. Questo risulta dal relativo verbale. L’approvazione dei lavori a spese degli avvocati (nella sostanza di questo si tratta) passò con due voti contrari.  Ovviamente, non può sostenersi che l’uso distorto di ingenti somme (circa 85.000,00 €.), rispetto alle finalità istituzionali, possa ritenersi sanato perché l’assemblea a stragrande maggioranza ha approvato la proposta del Consiglio.
Nessuno mai capirà perché il Consiglio, nonostante la disponibilità del Sindaco, abbia deciso di eseguire i lavori al 1° piano del Palazzo di Giustizia (di cui non è proprietario) sottraendo al patrimonio pubblico dell’Ordine la consistente somma di circa 85.000,00 €..
Colgo l’occasione per rinnovare la richiesta, all’Avv.Rocco e, per il suo tramite,  al Consiglio, di reintegrare il patrimonio dell’Ordine delle somme utilizzate per gli anzidetti lavori.
Ho sempre sostenuto, insieme ai colleghi di ANF e Autonomia Forense, che le disponibilità finanziarie dell’Ordine devono essere utilizzate, nel rispetto dei compiti istituzionali, solo ed esclusivamente in favore degli avvocati.
4.    La Sezione Distaccata di Pisticci, altra bella storia.
In tempi non sospetti, cioè il 22 novembre 2008 insieme ad altri colleghi con i quali da sempre ci battiamo per il buon funzionamento degli uffici giudiziari, abbiamo organizzato nel Cinema Comunale di Matera una manifestazione pubblica “Sulla Giustizia in Basilicata” alla quale parteciparono 600 persone. Dopo una radiografia puntuale sulla situazione degli uffici giudiziari lucani, l’assemblea approvò una mozione che chiedeva alle Autorità ed Organi competenti l’immediata copertura dei posti vacanti del personale amministrativo e dei magistrati in tutti gli uffici giudiziari del distretto della Corte di Appello di Potenza, tra cui ovviamente Pisticci; in particolare, di procedere senza ritardo ad applicazioni extraterritoriali e/o extradistrettuali per sostituire magistrati in aspettativa per smaltire il carico di lavoro dei processi civili e penali esistenti presso la Sezione Distaccata di Pisticci del Tribunale di Matera, dove -vale la pena ricordarlo- i procedimenti civili duravano 10-12-15 anni,  le sentenze civili erano una rarità, mentre buona parte dei processi penali si prescrivevano.
In quella occasione, Avv.Rocco non ricordo di averti visto.
Né a quell’iniziativa -assai importante- intervenne l’Ordine degli Avvocati di Matera. Né dopo tale grande manifestazione di popolo (mi piace definirla così per la mia indomabile anima popolare, non posso farci niente), il Consiglio si è mosso per sostenere le legittime e ragionevoli richieste. Notai i soliti spioni che, su commissione del solito infantile pettegolo, vennero a controllare il numero delle presenze e se ne scapparono scioccati per la corale e democratica partecipazione. A quei tempi “la consegna” era: non parliamo di disfunzioni di Pisticci perché altrimenti chiudono l’ufficio. Purtroppo, non fu un ragionamento serio! E le conseguenze sono state fatali a cagione delle conclamate disfunzioni ed inefficienze di quel presidio giudiziario.
5.    Con l’Avv.Vincenzo Montagna, abbiamo condotto una strenua battaglia giudiziaria come “Autonomia Forense”, che abbiamo vinto, per evitare la vendita del Palazzo di Giustizia di Potenza. Anche in tale occasione il Consiglio dell’Ordine di Matera ha brillato per l’assenza. Nessun consigliere e neppure l’Avv.Rocco, tanto sensibile alla conservazione dei nostri uffici giudiziari, è “sceso in campo” per difendere (proprio così, perché si è trattato di contrapporsi pesantemente, anche in udienze infuocate dinanzi al Consiglio di Stato) l’immobile da chiari progetti speculativi.
Non è che, con quella brutta operazione, si è tentato di costituire il presupposto per la soppressione del distretto della Corte di Appello di Potenza? Come noto non sono mai stato democristiano, neppure di complemento, però in questo caso non mi dispiace ricordare Andreotti il quale era solito dire “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
6.    A prescindere dalle motivazioni, può essere ritenuta offensiva la richiesta di verbalizzare i lavori delle assemblee degli iscritti all’Ordine mediante stenotipia? Ma veramente stiamo scherzando, Avv.Rocco! Chi lo fa (Consigli comunali, provinciali, regionali, dei Ministri, udienze penali ecc) offende qualcuno? Forse si offende chi partecipa alle riunioni fonoregistrate? Suvvia, evitiamo il ridicolo.
7.    Altro capitolo la formazione professionale, che Autonomia Forense ha promosso, con la collaborazione prima del Sindacato avvocati, poi dell’ANF e di tanti colleghi,  mediante eventi importanti e  la partecipazione di relatori di altissimo livello. Non mi risulta che ci sia stato un solo avvocato che non abbia apprezzato le nostre iniziative svolte sempre, attenzione, autotassandoci !!! Mai il Consiglio dell’Ordine, così prodigo a spendere i “nostri soldi” per immobili di proprietà altrui, ha pensato di intervenire per non far pesare l’iniziativa a livello economico sugli avvocati.
Non abbiamo condiviso l’illegittima posizione di voler riservare al Consiglio la formazione nelle materie obbligatorie. Abbiamo fatto bene, Avv.Rocco. Avremmo dovuto fare di più, ricorrere al TAR per fare annullare, come faremo per i bilanci approvati illegittimamente il 18.3.2017, le delibere di diniego del riconoscimento di crediti per le materie obbligatorie. Abbiamo sbagliato; è andata così. In questa sede, però, mi piace  ricordare a te ed a tutti quelli che hanno sostenuto ovvero preteso la “riserva”, che in Italia e, quindi a Matera, anche se non piace, l’istruzione e la formazione sono libere.
8.    L’Avv.De Paola, anche nell’interesse dello stesso Consiglio (è proprio così), ha chiesto il rinvio dell’assemblea del 18.3.2017 per consentire di corredare i bilanci della relazione del revisore unico prevista da legge e regolamento. Cosa sarebbe cambiato se vi fosse stato il rinvio di un mese? E perché non è stata accolta la proposta De Paola? Nessuno mai lo capirà?
E’ stato già predisposto ricorso al TAR per far annullare gli atti illegittimi, tra cui i bilanci, approvati dall’assemblea all’unanimità dopo la dichiarazione di non partecipazione alla discussione e votazione degli 11 dissenzienti.
Avv.Rocco, ritieni che il TAR rigetterà il ricorso perché l’assemblea ha respinto a stragrande maggioranza (70 a 11) la proposta di rinvio? Ritieni forse che il TAR possa rigettare il ricorso perché l’assemblea ha deliberato all’unanimità? Ritieni che il ricorso, firmato da un solo iscritto all’Ordine (ma non sarà così) possa essere rigettato? Consentimi, hai una strana concezione della democrazia. Noi avvocati sappiamo che non si vince con i numeri, ma con il rispetto delle leggi. Consentimi ancora: è proprio certo che tu e il Consiglio nel sottoporre all’assemblea bilanci privi della relazione del revisore dei conti avete violato la legge. Se sbaglio, sarà il TAR a dirlo e farò pubblica ammenda del mio errore, nelle forme che riterrai.
Vedi Avv.Rocco, il tuo inutile lamento non tiene conto che per fortuna in Italia si può, io aggiungo si deve, aver fiducia nella giustizia.
Come noto, a livello nazionale un gruppo di 10-15 avvocati ha chiesto ed ottenuto dal Giudice amministrativo l’annullamento di buona parte dei regolamenti emanati con D.M., su parere favorevole del CNF, tra cui quello per le elezioni dei consigli circondariali, le specializzazioni ecc. E perché non dovrebbe accadere anche in Basilicata per gli atti illegittimamente deliberati –all’unanimità- dall’assemblea del 18.3.2017?
Possibile che non ti sorga il dubbio che tu, insieme al Consiglio, possiate aver sbagliato? 
Come fai, anzi come fate, a ritenervi depositari di verità assolute?
E se il TAR dovesse annullare, come ritengo farà (se non dovesse accadere sarà proposto appello, come verificatosi a livello nazionale) cosa dirai insieme al Consiglio ai 70 colleghi ai quali avete proposto l’approvazione di bilanci non conformi a legge ed a regolamento?
E’ una bella partita. Sono paziente e fiducioso.
9.    Qual è la posizione dell’Ordine di Matera in merito all’avventura editoriale de “Il Dubbio”, per la quale vi è stato e vi è un dispendio di ingenti risorse che potrebbero essere utilizzate in favore di avvocati che ne hanno bisogno?
10. Qual è la posizione del Consiglio dell’Ordine di Matera sulla norma in base alla quale il mancato pagamento di contributi previdenziali, di somme dovute per adempimenti fiscali ecc. costituisce illecito disciplinare?
L’Avv.Rocco e il Consiglio sanno bene che se un notaio si trova in difficoltà economiche, interviene in suo soccorso la cassa del notariato per garantirgli una vita dignitosa confacente alla sua professione. Per gli avvocati, invece, accade il contrario: se sono in difficoltà economiche e non adempiono agli obblighi addirittura fiscali, oltre che previdenziali ecc., non solo non c’è l’aiuto, ma addirittura li si si processa per illecito disciplinare. E se non pagano nel termine stabilito la tassa di iscrizione all’Ordine, vengono sospesi, Cioè, li si annulla! Chi è l’inventore di una simile brillante soluzione?
Veramente stiamo scherzando!
Capisco, come accade in tutti i settori, che il mancato pagamento possa comportare sanzioni, interessi, ma non il processo disciplinare e la sospensione. Come fa a riprendersi un collega inadempiente se non gli viene consentita la possibilità di continuare a lavorare per adempiere? I danneggiati sono soprattutto coloro che sono all’inizio della professione.  E’ semplicemente assurdo!!!
Il Consiglio dell’Ordine di Matera che ne pensa? Condivide, è contro, ha promosso iniziative per rimuovere tale assurdità? Silenzio, Silenzio, Silenzio!
11. L’attuale compagine consiliare effettivamente si sacrifica da molti anni sottraendo tempo alla professione e alla famiglia.  Merita di riposarsi.
E’ il caso che ci sia un rinnovamento nella gestione dell’Ordine.
Personalmente, Avv.Rocco, non sono interessato, perciò “stai sereno”. Lo dico non come lo dice Renzi, ma veramente, in quanto mi ritengo -insieme al collega Montagna- fuori corso per coltivare l’ambizione di Presidente o Consigliere dell’Ordine. La mia unica ambizione è quella di continuare, te lo assicuro, a contrappormi ad ogni atto di prepotenza e di arroganza per difendere la mia autonomia e dignità professionale e quelle dei colleghi, soprattutto giovani, ai quali ricordo che il codice non ha età e devono rispettarlo tutti, giovani e meno giovani, magistrati, ausiliari e cancellieri.
In un recente convegno ho ricordato, presenti magistrati e illustri relatori, che per il buon funzionamento della giustizia, nel reciproco rispetto, l’avvocato non deve temere il magistrato e questo non deve temere l’avvocato:  è la mia bibbia professionale.
Con i colleghi che la pensano come me, mai -veramente mai- abbiamo creato problemi a colleghi,  magistrati, cancellieri ecc.. Certo, se qualcuno -chiunque esso sia- tenti di gabbarci  o ci manchi di rispetto, la questione non passa inosservata. Questo è noto.
12. A proposito del protocollo della Camera Penale ed alla nota diramata qualche giorno fa dalla stessa, al momento non ritengo di dover prendere posizione. Lo farò appena l’Avv.Rocco o il Segretario Colucci mi fornirà la fonoregistrazione ovvero gli appunti in base ai quali è stato steso il verbale dell’assemblea tenutasi il 18.3.2017. In ogni caso, ribadisco quanto già affermato e precisato in tale assemblea e cioè che il protocollo eventualmente vincola gli aderenti alla Camera Penale. Personalmente mi sento vincolato solo alla legge in generale, ai codici ed alla Costituzione repubblicana per i quali, da sempre, mi adopero per il loro puntuale rispetto. Nessuno, ma veramente nessuno, mi può imporre vincoli diversi. Mai ho delegato alcuno a firmare per mio conto il predetto protocollo.
13. Qual’è la necessità di iscriversi a scuole che rilascino attestati di onestà, lealtà e rigore? Perché esistono scuole simili?
Caro Avv.Ropcco, l’onesta, la lealtà e il rigore non sono merci acquisibili; se si posseggono fanno parte del corredo personale di ciascuno di noi. Altrimenti niente. Questo mi hanno insegnato le mie esperienze di vita.
14. Avv.Rocco, dunque, niente lamento. Prova a guardare avanti. Quando ritieni possiamo incontrarci e discutere serenamente per un sincero “cambio di passo“, senza riserve. Pur non avendoli interpellati, credo di poter dire che analoga disponibilità ci sia da parte degli altri colleghi di Autonomia Forense e dell’ANF. Per litigare, come sai, bisogna essere almeno in due. Personalmente non sono disponibile; purtroppo, c’è chi passa la vita a spettegolare e a fomentare contrapposizioni, perché in tal modo dà un senso alla sua vita.  Ma questo non giova a chi lo fa e neppure a coloro che abboccano a simili pratiche. Che continuerò a combattere. Questo sì.
15. Infine, Avv.Rocco hai ritenuto di utilizzare il sito dell’Ordine “Foro Materano” per tue esternazioni personali, certamente estranee alle finalità dello stesso sito. Non ritengo che questo sia possibile. Pur avendone diritto, non ti chiedo che la presente venga pubblicata su detto sito proprio perché non attinente a finalità istituzionali. Ti chiedo solo di far precisare sul sito, per le spiegate ragioni, che non ho chiesto la pubblicazione della presente nota, che provvederò a veicolare con sistemi compatibili con il suo contenuto. Scusami, un’ultima notazione; come sai ho chiesto la pubblicazione sul sito dell’Ordine, e inspiegabilmente non è ancora avvenuta, della memoria del 30.3.2017 a sostegno del decreto presidenziale n.26/2017. Solo perché trattasi di memoria tecnica depositata nell’ambito di procedimento amministrativo pubblico. Sollecito tale pubblicazione.

Auguri  per le imminenti festività pasquali.

Allegati: lettera del Presidente dell’Ordine di Torino del 23.1.2017

Matera, 13 aprile 2017
                                                                         - Avv.Leonardo Pinto -  






mercoledì 5 aprile 2017

Chi è il magistrato che non ha depositato più di cento sentenze?

Scrivere di vera informazione è un'impresa ardua, specie se l'argomento tocca l'ordinamento dello Stato, specie se i fatti di cui si tratta sono intrinsecamente gravissimi tanto da minacciare la stessa credibilità delle Istituzioni mostrandone un degrado (forse) irreversibile.
Omettere di scrivere, pratica abbastanza diffusa (pare), consente una vita più tranquilla, orari regolari e, in alcuni casi, anche prestigiose poltrone ben remunerate.
Se non fosse per quel tarlo che... trick trick trick, appena si smette di correre dietro alle molte urgenze della vita moderna, provoca un fastidio così terribile da doverlo tacitare in qualche modo.
Nella certezza che esistano modi diversi e meno autolesivi di procedere, è evidente che molti colleghi giornalisti pubblicisti ed anche professionisti devono conoscerli a fondo, resto in attesa che qualche anima pia spieghi come si estirpa quel fastidioso parassita ma, nell'attesa, per porre fine al tormento non resta che chiudergli (al tarlo... ovviamente) la bocca e scrivere, scrivere, scrivere finché ne abbiano abbastanza da arrendersi.

C'era una volta un tribunale in cui un magistrato (o forse più d'uno) non depositava le sentenze: diciamo più di cento, questo è certo. Quanto di più? Non è dato sapere.

Diciamo che un giornalista ne abbia sentore e chieda conferma al Presidente della Corte d'Appello e che la conferma arrivi veloce e precisa. Precisa? Non proprio! Le sentenze non depositate per cui è trascorso più del triplo del tempo massimo previsto per il loro deposito, sono più di cento. Quanto di più? Non è dato sapere.
Per un magistrato, deve passare più del triplo del tempo massimo previsto per il deposito prima che si possa parlare di grave ritardo. Se è passato solo il doppio oppure una volta e mezza il ritardo non è grave, diciamo come una sorta di quarto d'ora accademico che può durare anche nove mesi. Sappiamo invece cosa succede se paghiamo una multa con un giorno di ritardo rispetto alla scadenza, ed anche cosa succede se la paghiamo con nove mesi di ritardo. Così la multa e così le tasse, il canone RAI ed ogni cosa che abbia una scadenza per il quisque de populo.
Allora, torniamo alle sentenze non depositate, chi è il protagonista di questo capolavoro? Il Presidente della Corte d'Appello non lo dice. Nemmeno lo dice l'Ufficio Ispettivo del Ministero della Giustizia con una motivazione chiara: per la tutela della privacy del/dei magistrato/i.
Un magistrato non ha depositato “più di cento sentenze”, (quante? Non si sa, potrebbero essere anche trecento?) e non si può conoscere il suo nome? E non si può sapere cosa stia facendo l'Ufficio Ispettivo del Ministero per sanzionare codesto scansafatiche?
Allora, torniamo alle sentenze! Chi ha tratto giovamento e chi nocumento da questa lasciva pratica?
Ma anche questo non si può sapere, poiché anche rivelare l'elenco dei procedimenti penali costituisce violazione della privacy del/dei magistrati? E la privacy degli imputati, delle parti offese, e la credibilità del sistema giudiziario non meritano forse tutela? E chi garantisce il controllo dei controllori se non il giornalismo d'inchiesta?
Sembra paradossale, ma senza avere alcun potere reale, un solo giornalista può scoprire che una intera struttura giudiziaria nasconde le gravissime responsabilità di un magistrato e di quanti lo “coprono” e viene da chiedersi perché.
Questi quesiti ed altri più specifici sono stati formalmente proposti delle massime autorità dello Stato Italiano ed ai responsabili del governo della magistratura il 12 marzo 2017, nessuno ha risposto sino ad oggi!

Viva l'Italia

domenica 19 marzo 2017

Dei limiti di Legge alle sostanze velenose, tossiche, cancerogene e teratogene, francamente me ne infischio


L’Associazione GranoSalus ha divulgato i risultati delle analisi effettuate su campioni di pasta di alcune tra le più note marche produttrici Italiane. La pasta è stata acquistata presso normali esercizi commerciali, cioè dove un qualsiasi cittadino Italiano poteva acquistarli per farne il “pane quotidiano” di evangelica memoria.


Sapete che c’è? Quando mangio la pasta ed il pane che contengano veleni nei limiti di Legge, francamente me ne infischio! Preferisco mangiare solo pane e pasta privi di sostanze tossiche, teratogene, cancerogene e velenose.

Adesso sappiamo cosa hanno mangiato quelli che hanno acquistato gli spaghetti Divella: 381 ppb di DON; 0,110 mg/Kg di Glifosato; 0,044 mg/Kg di Cadmio; per citare la marca che detiene il record di contaminanti in ciascuna categoria. Sappiamo anche che per una dieta ricca di Glifosato anche la Barilla va bene, mentre per chi avesse preferenze per il Cadmio (metallo pesante), dopo la Divella viene subito la De Cecco.


Analisi sugli spaghettiSappiamo che Divella e Molisana, contengono più DON (micotossina teratogena e cancerogena) di quello che le Norme consentono per l’alimentazione dei bambini ma sulle confezioni non c’è scritto “VIETATO AI MINORI” e quindi c’è da pensare che i minori se ne siano cibati.

Chi di voi, se un figlio gli chiede un pesce gli darà una serpe? E chi gli darebbe una pasta con più DON di quello che la Legge considera un limite per l’alimentazione umana?

E questi “limiti” servono poi davvero a garantire la salubrità del cibo? Il limite di DON per gli adulti è 1.700 ppb (in Italia) mentre lo stesso contaminante è dannoso alla salute di un maiale Canadese se supera 1.000 ppb. Delicati questi suini Canadesi! Viene da chiedersi cosa succede ad un abitante del Canada se mangia il prosciutto di un maiale Italiano che può mangiare il doppio di DON del suo omologo Canadese? Viene il sospetto che la fine del cannibalismo tra uomini sia dovuto alla difficoltà di armonizzare le soglie di DON e schifezze varie “tollerabili” per tribù remote poco resistenti al Glifosate.

Dopo la pubblicazione delle analisi, alcuni pastai, alcuni esponenti di organizzazioni industriali o raggruppamenti d’interesse e persino alcuni cittadini che farebbero bene a fare outing (spiegando da chi ricevono la giusta mercede) hanno protestato, in alcuni casi inveito contro GranoSalus chiedendo evidenze scientifiche, prove inconfutabili e minacciando azioni civili e penali.

NESSUNO ha contestato i dati delle analisi e, quindi, possiamo ritenerci liberi e persino autorizzati a scegliere la pasta con meno DON oppure con meno Glifosato (diserbante le cui “gesta” sono ampiamente raccontate in rete) o con meno Cadmio. L’ideale sarebbe non averne affatto di queste schifezze in quello che mangiamo e, pare, che nel grano del mezzogiorno d’Italia ce ne siano davvero poche. http://wisesociety.it/ambiente-e-scienza/glifosato-vietato-italia/

Allora le domande le facciamo noi consumatori alla Granoro che dichiara di usare solo grani della Puglia: davvero nel grano Pugliese ci sono 99 ppb di DON; 0,039 mg/Kg di Glifosato e 0,018 mg/Kg di Cadmio? Diteci da chi comprate questo grano e gli chiederemo a cosa gli serve trattarlo col Glifosato (questo diserbante viene assorbito solo per via fogliare e quindi significa che il trattamento per lasciare residui nel grano viene effettuato quando la spiga è prossima alla maturazione. A cosa serve diserbare un campo di grano che sta per essere raccolto?)

E una domanda a ITALMOPA ed AIDEPI, associazioni polemiche e vigili del “rigore scientifico”: si può avere il dettaglio azienda per azienda della provenienza dei grani destinati alla pasta “Italiana”?

Poi, concludendo la giornata in cui si celebra la “festa del papà”, azzardiamo una risposta: dal prossimo raccolto costituiamo gruppi d’acquisto solidali per acquistare la provvista familiare di grano necessario per il fabbisogno annuo di pasta e pane (adulti: pasta 18Kg, Pane 22 Kg) e gestiamo la pastificazione in proprio con pastifici artigianali. Per il pane è più complicato ma esistono piccoli forni con impastatrice incorporata a meno di 100 euro con cui si può fare in casa. Perché ai nostri figli non daremo una serpe... e nemmeno un piatto di veleni assortiti!

Non ci vuole la sfera di cristallo per prevedere una drastica riduzione di allergie, intolleranze e cose più gravi che, in parte, hanno già compromesso la salute di tanti, ahimè.

Filippo de Lubac (www.toghelucane.blogspot.com)

lunedì 2 gennaio 2017

"Ciocchéggiusto" - novelle di giudici, avvocati e imputati.


Presentato il nuovo libro di Nicola Piccenna alias Mattia Solvéri: "Ciocchéggiusto" - novelle di giudici, avvocati e imputati.
Uno sguardo sulla libertà di stampa e sul rispetto dell'art. 21 della Costituzione Italiana e sulla battaglia in loro difesa da parte di uno sparuto gruppo di giornalisti, avvocati e cittadini "comuni" o, come preferirono dire alcuni poveretti, "quisque de populo".


Per chi non avesse potuto seguire la presentazione del 17/12/2016, finalmente è disponibile la registrazione audio/video dell'evento per singoli interventi oppure in unico filmato. Tutti accessibili attraverso youtube:

Primo Intervento: Federica Sciarelli (durata 4’:25’’)
https://www.youtube.com/watch?v=9Gk03KBsRxc

Secondo Intervento: Pino Aprile (durata 3’:35’’)
https://www.youtube.com/watch?v=fKx703dN2bE

Terzo intervento: Gianloreto Carbone (durata 21’:33’’)
https://www.youtube.com/watch?v=PyH_4o82Jd8

Quarto intervento: Alessandro Sisto (durata 6’:40’’)
https://www.youtube.com/watch?v=xdWBtLMpxQU

Quinto intervento: Leonardo Pinto (durata 19’:17’’)
https://www.youtube.com/watch?v=gow54cb03ro

Sesto intervento: Enzo Iacopino (durata 16’:14’’)
https://www.youtube.com/watch?v=xL7CvgmbBp4

Presentazone “Ciocchéggiusto”: video integrale (durata 1:39’:41’’)
https://www.youtube.com/watch?v=8cihotA670A


Il libro è in distribuzione presso:
Libreria Di Giulio - Via Dante Alighieri 61 - 75100 Matera
http://www.libreriadigiulio.it/

Libreria dell'Arco - Via delle Beccherie 55 - 75100 Matera
http://www.libreriadellarco.it/