Dove eravamo rimasti
Cari amici ed anche non, riprendo una collaborazione
continuativa con un quotidiano stampato su carta: unico veicolo d’informazione
che non ammette fraintendimenti. “Scripta manent”, dicevano i Romani e loro la
sapevano lunga (e antica) in termini di diritto e civiltà giudiziaria tanto che
oggi, A.D. 2017, la Cina sta redigendo il proprio Codice Civile a partire dal
nostro (Italiano) che è di diretta derivazione “romana”. Ciò che è scritto è
scritto, vale per gli errori e per i giudizi così che si possa chiedere scusa
per i primi e cambiare idea per i secondi ma sempre nella completa assunzione
di responsabilità.
Salvatore Adduce |
Raffaello De Ruggieri |
Eravamo rimasti alla responsabilità di informare che è
qualcosa in più della libertà di stampa o di parola o, per dirla meglio, è
l’esercizio di quelle libertà che per un giornalista sono doveri e non semplici
facoltà. Dicono con le frasi fatte che nessuno contesta (ma che pochi
applicano) che il giornalista è il cane da guardia della democrazia. Avete
sentito abbaiare molto negli ultimi anni? Forse perché a questi “cani” è uso
lanciare ossi da spolpare e l’attività richiede troppo tempo e concentrazione
perché si possa pensare anche ad informare. Alcuni si accontentano dell’osso
che è sempre meglio della fame!
E, infine, la responsabilità di essere informati che non bisogna
confondere con le chiacchiere al bar o le coraggiose quanto inconcludenti
“sparate” sui social dove si invocano punizioni esemplari per chi non raccoglie
l’escremento del proprio cane con la stessa facilità con cui si chiede di
buttare a mare adulti a bambini “a prescindere”. Ebbene, la responsabilità di
essere informati è quella che più di tutte incide sul vivere civile o incivile
di un popolo e di una società. La responsabilità che si può esercitare solo
leggendo dalla carta (e magari conservandone qualche straccio ogni tanto) così
da avere chiaro chi dice cosa e potersene avvalere per le scelte ed i giudizi.
Il petrolio lucano; il crollo di via Piave a Matera; i
bilanci dell’Ordine degli Avvocati di Matera; la morte di Luca e Marirosa; il
deposito nazionale di scorie nucleari; il grano contaminato da ocratossina, DON
e Glifosato; Ustica ed il Mig (libico?) caduto sulla Sila; il pastificio
Barilla di Matera e le macchine vendute in Russia; il pastificio Cerere e poi
Tandoi… Tutti argomenti già affrontati ma che sono oggi attuali come cinque
anni fa. Proprio dove eravamo rimasti a da cui occorre ripartire.
Nicola Piccenna (Quotidiano "ROMA" ed Lucana del 25/7/2017)
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