È da 30 anni che il ragionier Giuseppe Spinelli contabilizza vite non sue, parla con femmine che non conosce, gestisce ville dove non è mai stato, riceve dozzine di messaggini da bimbe che non gli chiedono mai “Ragioniere come sta?”, ma solo “Quando, quanto?” e al massimo gli concedono la piccola delizia di certi diminutivi, tipo Spin, Spino, Spinaus. Due volte al mese entra nella filiale del Monte dei Paschi di Milano 2 e ne esce con “il cappotto foderato di denaro” (Ruby dixit) da 500 a 800 mila euro in contanti. Che non sono mai per lui, ma per il Dottore, cioè il Presidente, cioè il titolare della sua puntigliosa aritmetica. Di lui non esistono foto, né (quasi) interviste. Si sa che sta per compiere 70 anni, è nato a Settala, vive a Bresso. Ha avuto inconvenienti con la giustizia per abusi edilizi, mai compiuti da lui, né per suoi vantaggi. Ne è uscito con batterie di avvocati non suoi. Perché anche i guai e la soluzione dei guai sono sempre il riverbero di chi gli paga i gesti, i sogni e il destino. Ha una moglie, che in questi giorni concitati ha morso un paio di cronisti ficcanaso: “Andate via, mio marito non c’è”. Suo marito (invece) c’è sempre. È la sua vita che da 30 non c’è più. (Il Fatto Quotidiano, 3 febbraio 2011)
Nell'anno 2003 nasce l'inchiesta "Toghe Lucane". Duecentomila pagine che squarciano il velo sulla Lucania reale, quella dei centri di potere, della politica collegata con la magistratura. Luigi de Magistris, il PM che conduce le indagini e che viene allontanato prima che possa concluderle. Tutto archiviato, tranne l'evidenza storica che lascia un documento indelebile su uomini e cose della Lucania di oggi, proprio quella di cui questo blog, caparbiamente, continua ad occuparsi!
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