“Toghe Lucane” est tombé, che poi significa “è caduto” e non “è seppellito” come qualcuno (per assonanza) potrebbe immaginare. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Catanzaro, d.ssa Maria Rosaria di Girolamo, ha disposto l'archiviazione del procedimento penale n. 3750/03 mod. 21, altrimenti noto come “Toghe Lucane”, il diciannove marzo scorso. Se è consentita una sintesi estrema, l'archiviazione è fondata sull'inidoneità delle risultanze delle indagini a sostenere l'accusa in giudizio. Carenza di elementi idonei, si dice tecnicamente. Duecentomila pagine di documenti, perizie, testimonianze, intercettazioni telefoniche, tabulati bancari, pronunciamenti del CSM, ispezioni ministeriali, non sono sufficienti per svolgere un processo. Come si comprende, senza bisogno di conoscere i rudimenti del diritto, è altra cosa dal dichiarare che tutti sono santi. Conoscendoli (quei rudimenti), invece, desta preoccupazione la serie d'invettive piovute contro i “responsabili” di non meglio precisati abusi, diffamazioni e falsità. Solo il signor Maurizio Gasparri, oltre alle generiche minacce verso imprecisati giornalisti, ha scritto “non finisce qui” in chiusura di un comunicato ufficiale in cui indicava un solo nome e cognome precisi: Carlo Vulpio. Non ci risulta che il signor Vulpio abbia sulla fedina penale reati di qualsivoglia natura. Né che abbia mai svolto con leggerezza o superficialità il lavoro di cronista per la prestigiosa testata giornalistica per cui scrive. Non ci risulta che alcuno abbia inteso difendere questo signore, tace il Corriere della Sera, tace l'Ordine dei Giornalisti cui il Gasparri pur appartiene, tace la Federazione Nazionale della Stampa. Non ci risulta, per la verità, che il signor Vulpio abbia bisogno di difensori. Ma noi, non essendo di alcun “peso”, nemmeno tali possiamo ritenerci. Solo, volevamo testimoniare a Gasparri ed a tutti gli altri, che esiste una libera informazione ed esistono uomini liberi e continueranno ad esistere ed a rialzarsi ogni volta che cadranno. Anche se lo sgambetto arriva da un magistrato o da un ex ministro. Non finisce qui, è proprio vero. (seguito ed approfondimenti sul settimanale "Buongiorno" nelle edicole di Matera, Policoro e Potenza dal 26 marzo 2011)
Nell'anno 2003 nasce l'inchiesta "Toghe Lucane". Duecentomila pagine che squarciano il velo sulla Lucania reale, quella dei centri di potere, della politica collegata con la magistratura. Luigi de Magistris, il PM che conduce le indagini e che viene allontanato prima che possa concluderle. Tutto archiviato, tranne l'evidenza storica che lascia un documento indelebile su uomini e cose della Lucania di oggi, proprio quella di cui questo blog, caparbiamente, continua ad occuparsi!
dai non fare cosi', vedrai che ti archiviano pure a te per la diffamazione a buccico. so che stai soffrendo ma non te ne faccio una colpa, e' piu' forte di te, sei distante strutturalmente dall'obiettivita', sei come de magistris (e leggendo i commenti sui blog di questi tempi, tale affermazione ti assicuro e' denigratoria). per te come per lui gli atti di conclusione delle indagini bastano ed avanzano per emettere la condanna, in assenza e prima di qualsiasi difesa da parte dell'indagato. dei giudici possiamo farne a meno, a che servono? vedo inoltre che se i giudici ti assolvono (vedi assoluzione di queste ore per luigi) viva la giustizia, se archiviano 30 indagati, allora no comment , ecc, i poteri forti, ecc. va be' me ne vado a letto. a proposito che ne pensi del dietrofront di leporace?
RispondiEliminaVede, signor anonimo, gli approfondimenti saranno pubblicati su "Buongiorno" e (spero) siano esaustivi. Per parlare di obiettività bisogna citare fatti e non filosofie. Il Gip non deve e non può pronunciarsi sulla innocenza o colpevolezza degli indagati ma solo sulla opportunità di andare al giudizio, cioè davanti al tribunale. Il rammarico non è che sia stato archiviato il procedimento "Toghe Lucane" ma che è stata sottratta agli indagati la possibilità di difendersi davanti al tribunale per fatti (accertati) che sono di una certa gravità (anche e non solo) penale. In quella sede sarebbero (eventualmente) stati ritenuti innocenti e nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Così resta tutto appeso alle dichiarazioni di fede, alle contrapposizioni di principio aprioristiche da cui non se ne viene fuori nemmeno con mille convegni, blog, giornali e vattelapesca. Di Leporace, infine, penso che, come tutti i giornalisti, ha il pregio (imposto) della lealtà. Quello che dice ed ha detto è scritto nero su bianco. SI potrà condividere o meno ma è una posizione leale ed in quanto tale va rispettata e ammirata. Specie in un mondo in cui molti parlano solo e poi precisano e poi rettificano e poi spiegano e poi chiariscono, mentre molti altri nemmeno si presentano con nome e cognome. Viva i giornalisti, anche (e soprattutto) quelli che la pensano diversamente da me.
RispondiEliminadevo riconoscerlo, ti arrampichi sugli specchi ma sei innovativo. ammazza che bella teoria quella che agli indagati e' stata sottratta la possibilita' di difendersi davanti al tribunale. deduco, quindi, che qualora la dott.ssa Cazzetta dovesse richiedere il rinvio a giudizio per te ed i tuoi amici, all'udienza preliminare convincerai il tuo legale a chiedere il rinvio a giudizio allo scopo di dare a te la possibilita' di difenderti davanti ad un Tribunale. grandissimo! va be' me ne vado a letto.
RispondiEliminaVede, caro "anonimo", io un po' la invidio e un po' l'ammiro. Ambo i sentimenti nascono dal fatto che mi dedica sempre l'ultimo pensiero della giornata. Quello che prelude al sonno ristoratore. Ad ogni buon conto, io ho già dato mandato al mio avvocato di rinunciare all'udienza preliminare (nel caso in cui il PM dovesse richiedere il rinvio a giudizio) e non si può dubitare di questo intento che ho già messo in essere in altro caso (senza riuscire nell'intento).
RispondiEliminaNel caso specifico, quello dell'inchiesta per la associazione per delinquere finalizzata alla Diffamazione a mezzo stampa, ho già chiesto in occasione delle richieste di proroga di rigettarle e disporre il rinvio coatto a giudizio per me. Vede, caro "anonimo", il giudizio davanti al tribunale è una liberazione per chi non ha commesso alcun reato ed è l'unico modo per poter chiedere il ristoro dei danni subiti. Tutto il resto sono chiacchiere. Mi scuso, ma avendo ancora molto da scrivere, non potrò imitarla andando a letto. Buon riposo
Ho chiesto ad un amico della Provincia di Potenza di comprarmi il settimanale. Mi pareva di aver letto che a Potenza città si trovava. Niente da fare. Vorrà dire che mi abbonerò a quello on line, con mio sommo dispiacere. La carta è sempre la carta. "(Noi cittadini lucani) seduti sul petrolio e vestiti da straccioni". Era il titolo di apertura di un numero de "Il Resto" che ancora conservo. Per incorniciarlo.
RispondiElimina