venerdì 7 ottobre 2016

Don Abbondio e la colpa di Lucia: il giornalismo ai nostri tempi


Succede, a volte nella vita, che le letture giovanili diventino attuali così che ci si pente di averle così tanto irrise e trascurate pensandole anacronistiche e troppo romantiche per esser di una qualche guida o giovamento nei tempi moderni.

“È un gran dire che tanto i santi come i birboni gli abbiano a aver l’argento vivo addosso, e non si contentino d’esser sempre in moto loro, ma voglian tirare in ballo, se potessero, tutto il genere umano; e che i piú faccendoni mi devan proprio venire a cercar me, che non cerco nessuno, e tirarmi per i capelli ne’ loro affari: io che non chiedo altro che d’esser lasciato vivere! ...Ci vuol tanto a fare il galantuomo tutta la vita, com’ho fatt’io? ...Un pochino di flemma, un pochino di prudenza, un pochino di carità, mi pare che possa stare anche con la santità ... E poi, se è cosí convertito, se è diventato un santo padre, che bisogno c’era di me? Oh che caos! Basta; voglia il cielo che la sia cosí: sarà stato un incomodo grosso, ma pazienza! Sarò contento anche per quella povera Lucia: anche lei deve averla scampata grossa; sa il cielo cos’ha patito: la compatisco; ma è nata per la mia rovina ...” (A. Manzoni - Cap. 23 – Promessi Sposi)

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