martedì 16 febbraio 2010

La Prof.ssa Pontrelli, il Procuratore Chieco e la diffamazione asimmetrica

Slalom giudiziario
“Passerà la vita a difendersi”, questo convincimento esprimeva un magistrato, presidente della regione Calabria, uomo dalle idee chiare circa il destino prossimo del Dr. Luigi de Magistris. Più o meno il destino che sembra dipanarsi per un piccolo gruppo di giornalisti di provincia (e qualche incauto professionista di livello nazionale) che ha avuto l'ardire di raccontare fatti veri, d'interesse pubblico, esprimendosi con linguaggio continente e documentandosi attraverso qualche quintale di atti giudiziari non soggetti a segretezza o riserbo. Va da sé che questo “incerto fato” non proviene dai sortilegi degli dei dell'Olimpo ma da creature meno mitiche e molto prosaiche. Non c'è da lamentarsi, tutt'altro, il Codice di Procedura Penale e più in generale l'ordinamento giudiziario italiano consentono agli indagati/imputati di difendersi in giudizio ed è certamente uno dei sistemi giudiziari più garantisti del mondo democratico occidentale. Così, il 9 febbraio 2010, è iniziata e subito rinviata la discussione sulla presunta diffamazione compiuta ai danni della signora Pontrelli Rosalba, moglie del Procuratore Capo di Matera, Dr. Giuseppe Chieco.

Lamenta, Pontrelli, di essere stata indicata come partecipe della “trattativa per l'acquisto di una casa nel villaggio Marinagri con l'aggravante dell'attribuzione di fatti determinati". Ma è proprio quanto sostiene la Guardia di Finanza di Catanzaro, delegata alle indagini. Cioè si tratta dei fatti determinati e provati attraverso la ricostruzione del “contatto registrato tra l'Ufficio Vendite della Marinagri e la signora Pontrelli Rosalba, moglie del Dr. Chieco Giuseppe, avvenuto il 12.12.2005” e le dichiarazioni del Dr.Chieco, del Mar. GdF Celso e della stessa Pontrelli che raccontano di una visita dei coniugi Chieco-Pontrelli al patron della Marinagri Vincenzo Vitale per prendere visione del progetto. Restarono in attesa che Vitale facesse loro conoscere i prezzi. Insomma, l'interessamento del Dr. Chieco Giuseppe e signora all'acquisto del villino sul mare è confermato da due sottufifciali della Guardia di Finanza (uno in servizio presso il Tribunale di Matera, l'altro a Policoro). Suvvia, signora Pontrelli, cosa c'è di male nel desiderare una villetta a pochi metri dall'acqua con annesso posto barca? Di cosa si lamenta se un giornale racconta fatti che hanno indotto una Procura della Repubblica a disporre la perquisizione personale e degli uffici del procuratore Dr. Giuseppe Chieco, circostanza mai verificatasi nella storia del Palazzo Giudiziario di Matera? Il merito lo lasciamo alle aule del Tribunale, agli avvocati ed ai magistrati perché è proprio giusto che funzioni così. Possiamo solo confermare che tutto quanto è stato pubblicato corrisponde fedelmente alle risultanze documentali e probatorie di un'inchiesta giudiziaria che vede il Dr. Giuseppe Chieco indagato per una quantità di reati gravissimi fra i quali l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari (il PM procedente ha chiesto l'archiviazione e il GIP dovrà all’uopo pronunciarsi fissando l'udienza per discutere diverse opposizioni delle parti offese). Sul metodo ci permettiamo di sollevare alcuni interrogativi che, per la verità, erano già stati sollevati proprio nell'articolo di cui si duole la signora Rosalba Pontrelli. È proprio opportuno, per non dire rituale, che la querela della moglie del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera venga trattata da un sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Matera? È proprio normale che un giudice del Tribunale di Matera si accinga a trattare una causa in cui la parte “offesa” ha il marito che sovrintende funzionalmente al PM che sosterrà l'accusa con l'ufficio a venti metri dall'aula dell'udienza? E se il marito della signora Pontrelli Rosalba, già menzionato Procuratore Giuseppe Chieco, ha dichiarato di trovarsi nello stato di grave inimicizia con uno degli indagati/imputati? Del resto, dovrà pur spiegare il Pubblico Ministero l'asimmetria con cui vede l'ipotesi di reato. Si racconta di una trattativa per l'acquisto di una villa, si racconta del coinvolgimento del Procuratore e della di lui moglie. Si sollevano interrogativi sulla posizione del magistrato la cui Procura della Repubblica indagava il costruttore della villa proprio per quella costruzione. Ebbene come fa ad essere persona offesa la signora Pontrelli e non il magistrato Giuseppe Chieco? Dopo la diffamazione implicita (vicenda kafkiana che coinvolgeva un avvocato del foro di Matera, sempre in conseguenza delle vicende di Marinagri) ecco la diffamazione asimmetrica. Le nuove tipologie di reato perseguite con puntiglio dalla Procura della Repubblica materana. L'asimmetria raggiunge il culmine quando il Pubblico Ministero, nei capi d'imputazione, compie una vera e propria gimcana citando solo parzialmente l'occhiello dell’articolo: "La moglie del Procuratore in trattativa per una casa a Marinagri"; ma l'occhiello continua: “Ci chiediamo se è ancora opportuno mantenere la poltrona”. Non è una domanda sorta nella mente del giornalista. Identico quesito se l'era posto proprio Giuseppe Chieco nel 2007 (un anno prima dell'articolo incriminato) risolvendo il busillis a suo sfavore: “Chiederò di essere trasferito prima che lo faccia il CSM per incompatibilità ambientale”. Pare che ci abbia messo qualche anno e prima di chiedere, in epoca abbastanza recente, di essere trasferito. Deo gratias. 


Del merito, seguiranno dettagli, ovviamente! (tratto dal Blog www.attigiudiziari.blogspot.com)

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