SILVIO, AD-DIO!
Finisce una storia, è inutile e persino patetico tentare di non leggere il dato. Assistiamo alla fine della storia di un uomo segnato dagli anni e da qualche disturbo patologico della personalità che non può cancellare il posto di rilievo che si è meritato nella storia d'Italia per quanto ha fatto. La corte dei fedelissimi ripete frasi senza senso compiuto o, comunque, del tutto avulse dalla realtà.
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Cav. Silvio Berlusconi |
È come tentare di fermare un treno soffiando contro la locomotiva. Risparmiategli almeno le ultime, umilianti, esternazioni. Voi che non gli avete risparmiato la discesa sino agli infimi anelli della considerazione di sé. Voi che dite di essergli amici ma niente fate per alleggerire il peso della solitudine che traspare dallo sguardo stanco di quest'uomo. Un dato, almeno uno, possiamo cogliere e persino apprezzare di Silvio Berlusconi: il desiderio di felicità. Anche le nefandezze più basse, chissà quante simili nelle nostre vite così “normali”, altro non sono che domanda, richiesta, desiderio. Bisognava dirgli, spiegargli, quale è la direzione cui indirizzare questa ricerca. Occorreva testimoniargli Chi risponde davvero a questo desiderio, invece che strappargli un pezzo, piccolo o grande, di potere. Ci voleva qualcuno che gli volesse davvero bene. Cosa ve ne fate, adesso, di quel potere? Cosa ne avete fatto dei talenti che avevate in dote? Come se il destino buono non fosse di tutti e per tutti, come se alcuni fossero semplice strumento amorfo e non avessero un destino di felicità per sé stessi e il loro destino non ci stesse a cuore come quello di noi stessi. Come se una scelta a priori li sottraesse alla libertà di scegliere. C'è una possibilità, c'è sempre la possibilità di guardare e di chiedere e di ottenere molto di più di quanto si è meritato e, persino, di quanto si spera. Silvio ad-Dio! (di Bianca Novelli)
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