domenica 5 febbraio 2012

Inaugurazione dell'anno giudiziario a Potenza: Silenzi omertosi su “Toghe Lucane”

L'usura che vogliono combattere solo a chiacchiere

Nulla, non hanno fatto alcun cenno, non hanno balbettato una sola parola. Come se quei fatti fossero accaduti su un qualche remoto e sconosciuto corpo celeste della galassia e, forse, tale è il pianeta Giustizia in Basilicata. Erano lì, vestiti di porpora con i colli e bordi d'ermellino e dovevano parlare della Giustizia nel distretto di Basilicata. Il consuntivo dell'anno trascorso ed i buoni propositi per quello a venire. Il più atteso, per certi versi, era il Procuratore Generale, S. E. Massimo Lucianetti. I suoi sostituti Gaetano Bonomi e Modestino Roca ed il suo predecessore Vincenzo Tufano (attualmente in quiescenza) sono indagati di gravissimi reati. Scrive la Procura di Catanzaro: “del delitto p. e p. dall'art. 2, commi l e 2, L 25.1.1982, n. 17, per avere partecipato ad un'associazione segreta, promossa e diretta da Bonomi Gaetano, che occultando la sua esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente le proprie attività e finalità, si propone di svolgere attività diretta ad interferire sull'esercizio dell'attività giurisdizionale in Potenza, da parte dei locali Uffici Giudiziari e sull'attività di amministrazioni pubbliche, incidendo sull'ordinario svolgimento delle attività investigative attraverso una serie di iniziative calunniose e diffamatorie nei confronti dei magistrati autori di iniziative o decisioni non gradite, - attraverso esposti anonimi ovvero attraverso la presentazione, da parte di esponenti politici coperti da immunità parlamentare, di atti di sindacato ispettivo; - attraverso la raccolta di informazioni riservate sugli stessi magistrati nonché su esponenti politici locali, al fine di condizionarne l'attività, da parte di ufficiali di polizia giudiziaria; - attraverso il diretto condizionamento dell'attività investigativa in considerazione della appartenenza di ufficiali di polizia giudiziaria al sodalizio e del conseguente sistematico sviamento funzionale dell'esercizio della loro funzione; - attraverso la garanzia apprestata a soggetti legati da vincoli amicali di uno svolgimento parziale della funzione di pubblico ministero di udienza in grado di appello; con i seguenti ruoli: - il Bonomi quale capo del sodalizio, destinatario della attività informativa, intermediario dei collegamenti tra il sodalizio ed esponenti politici nazionali ai quali far presentare i predetti atti di sindacato ispettivo, titolare delle funzioni di pubblico ministero innanzi alla Corte d'appello di Potenza...”. Ma tutto questo per S. E. Lucianetti non è da trattarsi. Comprensibile l'imbarazzo, proprio davanti a Gaetano Bonomi che con gli occhiali a specchio e il consueto colorito rubicondo, era seduto tra gli scranni riservati ai vertici della magistratura lucana. Comprensibile ma inaccettabile, insopportabile quel silenzio. Tanto che l'avv. Nicola Cataldo, con una platea silenziosa che a tossire si rischiava il linciaggio, l'ha dovuto dire chiaro chiaro che non affrontare il bubbone dell'inchiesta “Toghe Lucane” equivale a mantenere a livello infimo la credibilità dell'amministrazione della giustizia in questa regione. Ha, viceversa, parlato del grave problema dell'usura che affligge l'intera regione Basilicata e pare non avere ostacoli in grado di arginarla. Ma, anche su questo punto, Massimo Lucianetti omette di parlare delle inchieste ferme da anni alla Procura di Matera, omette di dire che le informative della Guardia di Finanza che segnalavano l'odiosa pratica da parte della Banca Popolare del Materano, sono rimaste lettera morta e che l'usura accertata non è stata ad oggi perseguita. Forse nemmeno conosce, S. E. Massimo Lucianetti, quello che scrivevano il comandante e due ufficiali di PG il 27 aprile 2009 nell'ambito di un procedimento penale avviato nel 2005 il cui iter è davvero curiosamente lento. Per opportuna conoscenza, riportiamo un chiarissimo passo scritto da quei finanzieri del Comando GdF di Matera: “Il tasso d'interesse in questione superò il tasso soglia (cioè era un tasso usuraio, ndr) e fu applicato, quasi senza soluzione di continuità, dal 01/01/1999 al 17/07/2003 (oltre quattro anni!)”. Il punto esclamativo è parte dell'informativa. Ecco l'inaugurazione dell'anno giudiziario a Potenza tra alti magistrati indagati per gravissimi reati ed alti magistrati che parlano di usura, ma solo quella degli strozzini di paese e ignorano le responsabilità di banche, bancari ed magistrati silenti, inerti, negligenti e neghittosi. (da L'indipendente Lucano del 4.2.2012)
di Nicola Piccenna

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