Si chiamano Gerardo Dominijanni, Paolo Petrolo, Assunta Maiore e fanno i magistrati!
Il primo giugno 2012, Dominijanni e Petrolo, firmano una
richiesta di archiviazione del Proc. Pen. 1040/11 mod. 21. L'unico
atto d'indagine richiesto dai due è l'acquisizione della querela
presentata in data 15/1/2009, tre anni prima dell'iscrizione del
procedimento penale, ma questi “ritardi” rientrano nelle
abitudini del duo catanzarese. Così come il vizietto di iscrivere
contro ignoti querele che recano nome, cognome, funzione e sede di
servizio dei magistrati denunciati. Se possono permetterselo,
Dominijanni e Petrolo, è perché fidano che qualcuno lassù li ama
ma per quanto? Chiedere l'archiviazione prim'ancora di aver letto la
querela che loro stessi avevano chiesto di acquisire perché mancante
è un piccolo capolavoro. Quasi quanto quello di un altro magistrato
catanzarese, Assunta Maiore, Giudice per le Indagini Preliminari. Il
procedimento è un altro ma gli indagati sono gli stessi, sempre i
“soliti” tre o quattro magistrati di Matera.
Anche qui si richiede l'archiviazione
ma si scopre che mancano atti per “oltre cento faldoni”. Sì,
avete letto bene, sono scomparsi, volatilizzati, annichiliti 150 mila
fogli ed atti processuali. E la D.ssa Maiore, candidamente,
argomenta: “La sollecitata acquisizione di altri fascicoli
...in nessun caso potrebbe portare a dimostrare la sussistenza degli
elementi costitutivi, oggettivi e soggettivi, del delitto di cui
all'art. 323 c.p. a carico dell'indagata”. Mancano cento
faldoni, nessuno li ha potuti consultare ma il loro contenuto “...in
nessun caso potrebbe portare a dimostrare la sussistenza degli
elementi costitutivi, oggettivi e soggettivi...”. Significa dire
papale papale, che la decisione prescinde dagli atti, dalle prove,
dalle evidenze processuali ed allora da cosa (o da chi) dipende?
Solo qualche giorno fa, un giudice del
Tribunale di Matera ha scritto in una sentenza che un sostituto
procuratore di quel Tribunale ha indagato per anni illegittimamente,
ha disposto intercettazioni telefoniche illegittimamente, ha disposto
perquisizioni illegittimamente. Illegittimamente perché portatore di
un interesse privato!
Annunziata Cazzetta, per anni, ha usato
la funzione di magistrato per perseguire un interesse personale. L'ha
fatto mentendo, ripetutamente, anche in udienza. L'ha fatto perché
qualcuno, a Catanzaro, ha fatto finta di non vedere e non capire.
Persino di non sentire l'audio delle udienze in cui quel magistrato
diceva il falso. L'ha fatto perché un Sost. Proc. Gen. della
Cassazione, Guglielmo Passacantando, ha stabilito che era competente
a tenersi proprio quel procedimento in cui aveva un interesse
personale. Quegli abusi per cui, sarà un caso ma sempre loro,
Dominijanni e Petrolo hanno chiesto e ottenuto l'archiviazione perché
mancava non si sa bene cosa. Quegli abusi per cui Maiore ha previsto
che “negli oltre cento faldoni” mancanti “in
nessun caso potrebbe portare a dimostrare la sussistenza degli
elementi costitutivi, oggettivi e soggettivi, del delitto di cui
all'art. 323 c.p. a carico dell'indagata”.
“I ritardatari sono sempre gli
stessi”, recitava un monito sull'orologio marcatempo di una
fabbrica di treni. I cattivi magistrati, sempre pronti a tutelare la
casta oltre ogni decenza, anche loro, sono sempre gli stessi. Non
ditelo al Presidente Giorgio Napolitano che, richiesto di un
intervento per dipanare queste infami vicende, scrisse attraverso il
suo prestigioso staff di consigliori che “Il Presidente non poteva
intervenire...” e non fece nulla. Evidentemente Nicola Mancino ha
diversi diritti e diversa considerazione di Francesco Michele Zito.
Viva l'Italia.
p.s. "Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente" Berthold Brecht
p.s. "Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente" Berthold Brecht
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