Un'inchiesta impossibile? Il PM Rosanna Maria Defraia
getta la spugna e chiede l'ennesima archiviazione
“Il sottoscritto P.M. in data
09.04.2010 avanzava richiesta di archiviazione del presente
procedimento, sostenendo che, come già evidenziato dal G.l.P. dott.
Oliveri del Castillo nel 1998, le lacune iniziali nelle indagini in
ordine al decesso di Luca Orioli e Marirosa ..Andreotta, e, in
particolare, la mancata effettuazione nell'immediatezza dei fatti
dell'esame autoptico, avevano irrimediabilmente minato la possibilità
di stabilire con assoluta certezza la causa della morte dei due
giovani; si evidenziava inoltre che neppure le nuove indagini
espletate avevano fornito elementi di novità in proposito.
Riportandosi all'esito degli accertamenti effettuati dall'U.A.C.V.
del Servizio di Polizia Scientifica della Direzione Centrale
Anticrimine della Polizia di Stato di Roma, tuttavia, si concludeva
nel senso che l'ipotesi più verosimile in ordine alla causa del
decesso di Luca ORIOLI e Marirosa ANDREOTTA fosse quella secondo cui
i due giovani erano deceduti accidentalmente per avvelenamento da
monossido di carbonio... Detti accertamenti, eseguiti con la forma
degli accertamenti irripetibili e, quindi, con la partecipazione dei
consulenti di parte, non hanno sortito però alcun esito,
presumibilmente a causa delle pessime condizioni di quanto
analizzato. Deve pertanto concludersi per l'infondatezza della
notizia di reato”.
In venti pagine, il PM titolare delle
indagini relative alla morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta,
getta la spugna e si arrende. L'aveva già fatto due anni e mezzo fa,
ma il Giudice delle Indagini Preliminari non aveva accolto la
richiesta di archiviazione e per altri due anni si è indagato.
Infruttuosamente, dice oggi Rosanna Maria Defraia e prova di nuovo a
togliersi di dosso quell'inchiesta che non aveva gradito sin dai
primi giorni in cui le era stata affidata e il 16 novembre 2012, dopo
il tentativo non riuscito del 10 aprile 2010, ci riprova.
Un magistrato è libero di farsi
un'opinione su quanto deve indagare o giudicare, ci mancherebbe, ma
non può partire su un'indagine così delicata preconizzando la sua
definizione o, per dirla chiaramente, la sua inutilità. Con quale
spirito ha indagato Defraia in questi anni? Di una cosa, però, quel
magistrato è certo e lo scrive chiaramente: “la mancata
effettuazione nell'immediatezza dei fatti dell'esame autoptico,
avevano irrimediabilmente minato la possibilità di stabilire con
assoluta certezza la causa della morte dei due giovani”. La cosa è
certamente vera ed è persino noto il nome del magistrato che
quell'esame autoptico avrebbe dovuto disporlo. Quali conseguenze
avranno le affermazioni della D.ssa Defraia? Potranno essere
strumento per chiamare in causa (ed in giudizio) quel magistrato che
lei conosce benissimo e di cui si guarda bene dall'indicare nome e
cognome? Lo dobbiamo fare noi, D.ssa Defraia? Lo deve fare quella
sparuta pattuglia di giornalisti che in questi anni ha tenuto alto il
livello di informazione e di vigilanza sulle vicende giudiziarie
lucane?
Scrive Defraia che “l'ipotesi più
verosimile in ordine alla causa del decesso di Luca ORIOLI e Marirosa
ANDREOTTA fosse quella secondo cui i due giovani erano deceduti
accidentalmente per avvelenamento da monossido di carbonio”.
Avrebbe potuto scrivere che la causa di morte resta ignota, avrebbe
potuto scrivere che il perito della Procura ha ritenuto che la causa
è l'ossido di carbonio. Ma non può dire che è la più verosimile:
in primo luogo per rispetto ai fatti così come sono noti, in secondo
luogo per rispetto alla lingua italiana. Due ragazzi in un bagno con
caldaia a gas, riempiono la vasca e chiudono l'acqua, poi svengono
contemporaneamente con la porta semi aperta, lei nella vasca con una
ferita alla nuca a forma di L di 7,5 x 5 cm, lui per terra disteso
supino con un testicolo tumefatto ed un asciugamani perfettamente
disteso sotto la schiena, con le labbra semiaperte e circondate da
una schiuma bianca. Verosimile, dice Rosanna, verosimile. È
verosimile ferirsi alla nuca urtando il rubinetto della vasca da
bagno mentre si cade stando all'interno della vasca? È verosimile
svenire avendo cura di sistemarsi l'asciugamani su cui distendersi? È
verosimile trovare in corrispondenza della ferita alla nuca di
Marirosa, all'interno del collo, un corpo metallico del diametro di
4-5 millimetri tondeggiante che viene distrutto dal perito della
Procura senza interpellare nessuna delle parti? È verosimile che non
esistano i negativi delle foto scattate sulla scena del delitto? È
verosimile che il cemento con cui era attaccata la lapide di Marirosa
sia molto più recente del cemento con cui era attaccata la lapide di
Luca? No, D.ssa Defraia, non è verosimile, nulla di questa vicenda è
verosimile
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