“Di ciò di cui non si può parlare, è meglio tacere”
Derivati, mutui sub-prime (si legge
praim), bond, future. Non credo che l’italiano medio abbia capito
granché delle tempesta finanziaria che si è abbattuta sulle banche
statunitensi prima e che, con varie sfaccettature e rilevanza, sulle
banche italiane poi. Anche in questo, l'italica fantasia la fa da
padrona e nessuno riesce a batterci. MPS oggi, BNL l'altro ieri,
Credieuronord qualche tempo prima. Il modo più semplice per
intascare una regalia è quello di accendere un mutuo con una banca
compiacente e non restituire un fico secco. La compiacenza sta nel
fatto che nessuna verifica viene effettuata sulla solvibilità del
mutuatario e nessuna azione di recupero a carico del creditore
moroso. E se qualcosa il comune cittadino crede di aver capito,
probabilmente è sbagliato. Molte delle persone che con aria assorta
attraversano i marciapiedi, pensano che la crisi sia dovuta alla
mancata restituzione delle somme concesse in prestito per l’acquisto
d’immobili. Troppo facile e troppo distante dalla realtà. Nella
pratica succede questo. La banca presta 100 euro e si aspetta di
riceverne 120, un tot al mese per un tot di anni. Qualcosa s’inceppa
quando la restituzione non è ancora terminata. Allora la banca
costituisce una società speciale che si deve occupare di riscuotere
il credito residuo. La nuova nata, acquista i debiti dalla banca e,
per pagare (la banca che la controlla) emette dei pagherò,
altrimenti detti bond, diciamo a vent’anni. Questi bond sono di
tipo credibile (detti senior) perché emessi a fronte di crediti ben
garantiti e di tipo “fregatura” (detti junior), praticamente non
garantiti. I bond senior vengono offerti sul libero mercato agli
investitori (anche privati); quelli junior li acquista la stessa
banca (quella che avanzava dei soldi). Per acquistare i bond junior
(spazzatura), la banca emette dei nuovi bond. Per poter collocare sul
mercato questi nuovi bond, la banca deve dotarli di una “provvista”
di garanzia, cioè Titoli di Stato o denaro contante. Come potrete
capire, dopo aver aspettato che passino le vertigini “da bond”,
da un credito di difficile incasso scaturisce un turbinio di bond per
un fattore pari a 3, 4 ma anche 50 volte il credito iniziale. E se il
castello crolla, se il primo debito non viene onorato, l’effetto
valanga travolge la banca. Questo, più o meno è quello che è
successo per Lehmann Brothers e per tante altre banche. Tutto reso
possibile dai mancati controlli delle autorità di vigilanza bancaria
(Bankitalia) e borsistica (CONSOB). Un fatto lontano, così viene
presentato (e percepito) in Italia. Una realtà già in atto che di
tanto in tanto provoca scandali e disillusioni, anche in Italia,
questa è la verità. Con un elemento di ulteriore gravità, in
Italia la Consob e la Banca d’Italia (vigilanti sulla Borsa e sulle
Banche) in molti casi sono state avvertite delle anomalie ma hanno
declinato l’invito. Così, non possono nemmeno accampare la
scusante della buona fede. E tutte queste belle vicende, passano
anche dalla Lucania. Proprio così. Decine le comunicazioni con cui
alcuni privati hanno informato e chiesto l’intervento della Banca
d’Italia e della Consob per controllare e, ove fosse il caso,
sanzionare, quelle che sembrano gravi violazioni delle norme e delle
Leggi che regolano l’attività bancaria. La maxi cartolarizzazione
di cui parliamo è quella operata dalla Mutina srl per conto di
alcune banche del gruppo Popolare dell’Emilia Romagna (BPER). La
Banca d’Italia consigliò di rivolgersi alla Procura, bella
vigilanza! La Procura di Matera delegò alla Guardia di Finanza ed
archiviò perché dalle informative dei finanzieri non emergeva
alcuna anomalia. Non era la verità, il Nucleo della Guardia di
Finanza non solo aveva rilevato gravi irregolarità ma chiedeva la
nomina di un consulente esperto. Prevalse la falsa attestazione del
Dr. Giuseppe Chieco (Procuratore Capo). Senonché, dai faldoni di
“Toghe Lucane” (il procedimento penale che lo vedeva indagato con
alti magistrati per corruzione in atti giudiziari e poi archiviato a
Catanzaro) emerse che anche l’atto di cessione dei crediti,
effettuato a Londra presso l'avvocato inglese Jane Sophie Jenkins,
era nullo in quanto effettuato prima che la Mutina venisse iscritta
nello speciale registro delle società di cartolarizzazione. Quale
fine faranno le migliaia di miliardi (lire) di bond emessi a fronte
di una cartolarizzazione potenzialmente illegittima? Forse
bisognerebbe chiederlo alla Banca d’Italia ed alla Consob che
invitavano a rivolgersi alle Procure competenti, ma non sapevano che
sarebbero incappate loro stesse nelle “competenze” di quelle
Procure per omessa vigilanza. È il solito gioco del cerino, ma
questa volta l’ultimo è quello rimasto nelle mani del Dr. Mario
Draghi, governatore della Banca d'Italia all'epoca dei fatti (già
vice presidente della banca d’affari Goldman Sachs International,
oggi capo della BCE). Fu lui ad autorizzare la fusione della Banca
Popolare del Materano con la Banca Popolare di Crotone (tutte del
Gruppo BPER) trascurando che la prima aveva in corso accertamenti
sull’attendibilità del bilancio al 31.12.2003. Il perito nominato
dal Tribunale di Matera diceva che era falso, ma il Dr. Draghi evitò
di consigliare né segnalare alcunché alla Procura. Come evitò, non
osservando i suoi doveri di vigilanza, d'interrompere la fusione in
attesa degli accertamenti giudiziari sul bilancio, sulla Mutina,
sulle responsabilità dell’intero consiglio di amministrazione
della Banca materana, con i vertici indagati per associazione per
delinquere finalizzata alla truffa pluriaggravata nei confronti degli
azionisti.
Tutto finì in assoluzioni,
proscioglimenti, archiviazioni e cestinazioni in quella Procura di
Matera che in questi giorni è oggetto di severa reprimenda da parte
della Direzione Nazionale Antimafia.
Non è poi così lontana l’America e
nemmeno i giganteschi tracolli delle banche d’affari. Solo che la
“Federal Reserve” di casa nostra non ha euro sufficienti per
mitigare bancarotte da trilioni di euro. Hanno pagato e pagheranno i
piccoli risparmiatori, essendo il risparmio tutelato dalla
Costituzione. Sembra logico, tipica logica italica (o italiota).
di
Filippo de Lubac
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