1° Luglio'13, Matera processa la libertà di stampa
Il 1° luglio 2013, presso il Tribunale di Matera, si tiene l'udienza che vede imputati due giornalisti per diffamazione a mezzo stampa ai danni di Filippo Bubbico, attualmente viceministro degli Interni.
La diffamazione, secondo l'ipotesi di reato desunta dalle lamentele del querelante (Filippo Bubbico), consiste nell'aver riportato un'intervista al Ministro (all'epoca dei fatti - novembre 2003) Carlo Giovanardi in cui questo dichiarava che Filippo Bubbico (All'epoca Presidente della Giunta Regionale) era consapevole della scelta governativa di realizzare a Scanzano Jonico il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. La conosceva sin da prima che venisse varato il relativo decreto ed aveva affermato che avrebbe opposto un dissenso di facciata ma che, infine, l'avrebbe accettata. L'affermazione, ribadiva Giovanardi, era fondata su quanto dichiarato in sede di Consiglio dei Ministri dal Sottosegretario Gianni Letta e dal Ministro Altero Matteoli.
Il signor Filippo Bubbico ritenne di querelare Carlo Giovanardi e, ad abundantiam, il giornalisti Nicola Piccenna (autore dell'intervista al Giovanardi) e Nino Grilli (direttore della testata che la pubblicò).
Il Tribunale dei Ministri (competente per Giovanardi) si pronunciò archiviando il caso in quanto, dal Verbale del Consiglio dei Ministri del 13/11/2003, effettivamente risultava che Filippo Bubbico era informato, consapevole e consenziente. A raccontarlo Gianni Letta e Altero Matteoli, non proprio degli avventori pettegoli del Bar dello Sport.
La Procura di Matera, ignorando le richieste di acquisizione di quel verbale e della sentenza di archiviazione per Giovanardi che di fatto scagionavano completamente i giornalisti nostrani, chiese ed ottenne per i due malcapitati il rinvio a giudizio ed eccoci al processo in cui, prontamente, Filippo Bubbico si costituì parte civile.
Il 1° luglio, nell'aula delle udienze penali, verranno interrogati Carlo Giovanardi ed Altero Matteoli che riferiranno in merito alla circostanza, già di per sé molto chiara, quale risulta dal verbale del Consiglio dei Ministri. Il documento, visto il rifiuto della Procura, è stato acquisito dagli imputati. Poiché, quando a querelare sono personaggi d'alto bordo, l'ovvio non esiste ed il dovere è facoltativo.
Riteniamo utile informare con largo anticipo i colleghi giornalisti Lucani e le componenti istituzionali dell'Ordine Regionale e Nazionale dell'udienza, affinché partecipino numerosi all'evento che è pubblico e riveste carattere di grande rilevanza per gli interessi della popolazione di Basilicata e per la garanzia della libertà di stampa.
Riportiamo, di seguito, alcuni dei passi salienti del citato verbale. Sarà agevole constatare l'assurdità del giudizio pendente in capo ai giornalisti giacché la notizia è vera, di pubblico interesse, proveniente da fonte più che autorevole. A riguardo, si sollecita l'Ordine dei Giornalisti nelle componenti Regionale e Nazionale di recentissima nomina ad assumere una posizione chiara e decisa di censura dell'operato negligente e neghittoso dei magistrati inquirenti che avrebbero dovuto compiere accertamenti banali da cui sarebbe stato agevole trarre la conclusione che la notizia era corretta e non erano i giornalisti a meritare il processo penale.
Estratto del Verbale del Consiglio dei Ministri del 13/11/2003
<< A questo punto il Presidente chiede al Sottosegretario LETTA di illustrare un provvedimento particolarmente importante sul quale richiama l'attenzione del Consiglio: il decreto-legge per l'immediata sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi presenti sul territorio italiano, attraverso la realizzazione di un deposito nazionale unico. Sottosegretario LETTA: "Si tratta di un decreto-Legge, predisposto dai Ministri dell'ambiente e delle attività produttive, per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti nucleari. Materia molto difficile e delicata, che esige anche riservatezza, discrezione e responsabilità. Ricorderete che, dopo l'11 settembre, una delle preoccupazioni maggiori fu quella di proteggere i siti nucleari, esposti più di ogni altra struttura a pericoli di attentati terroristici, con conseguenze potenzialmente disastrose. Il Consiglio dei Ministri adottò una procedura di stato di emergenza, con la nomina di un Commissario nella persona del gen. Jean, cui fu affidato il compito di proteggere, nella maniera migliore possibile nelle condizioni date, i siti nucleari e soprattutto di organizzarne la difesa, la protezione e la vigilanza, nonché l'incarico di organizzare una rapida ricognizione e un censimento di tutti i siti pericolosi esistenti in Italia, con l'obiettivo di arrivare ad individuare un sito unico dove convogliare e stoccare tutti i rifiuti nucleari, sul modello di quello che hanno fatto tutti i Paesi europei, anzi del mondo.
L'Italia infatti è, con la Grecia, l'unico Paese che non ha un sito unico. La materia è delicata, anche perché muoversi in questo campo suscita allarmi, diffidenze, proteste e polemiche. Dobbiamo alla saggezza, anche politica, del Ministro Matteoli e del suo collega Marzano se tutto questo è stato fatto in questi mesi senza che nulla trapelasse fuori e apparisse sui giornali. il decreto è stato studiato nel silenzio più assoluto e la sua preparazione è stata caratterizzata da una discrezione tanto utile, quanto inconsueta; quasi un miracolo, perché di questi tempi sui giornali appare anche quello che non si fa! Invece hanno saputo agire senza apparire. Siamo arrivati a discutere del problema a livello di uffici ministeriali soltanto in questa settimana, quando era giunto il momento di procedere alla materiale redazione del provvedimento, che adesso il Ministro Matteoli illustrerà. Inutile soffermarsi a spiegare le ragioni per le quali questo provvedimento deve, in ogni caso, essere adottato per decreto- legge e questa mattina; altrimenti, tutta quella prudenza per evitare allarmi e polemiche si rivelerebbe inutile, verrebbe vanificata.
Anche per questo invito il Ministro Matteoli a dire 1'essenziale, affidandosi all'intelligenza e alla responsabilità dei Ministri, ed a non enfatizzare, fuori del Consiglio, il provvedimento in modo da farlo volare basso, così come abbiamo fatto in questi mesi.. Sperando che tutto questo aiuti ad evitare che si accendano i riflettori della curiosità e della polemica e che si possa così portare avanti una scelta che è seria, responsabile, studiata, meditata e, credo, anche efficace; una scelta che ci consenta di risolvere un problema grave senza suscitare eccessivo allarme nella popolazione e senza il solito contorno di polemiche o di strumentalizzazioni politiche, che rischierebbero di fare naufragare il provvedimento". Ministro MATTEOLI: "Credo che l'essenziale lo abbia già detto Letta; voglio tuttavia osservare, che da quando abbiamo giurato e siamo diventati Ministri della Repubblica, per quanto mi riguarda, sono stato investito immediatamente di questo problema. Da anni ci lavorava l'ENEA, che aveva individuato oltre 200 siti possibili, ma questo significa non individuare nessun sito possibile. Allora silenziosamente, come ha detto Letta, abbiamo cercato di lavorare; ma non mi sono limitato a questo. Perché, quando si dice ad un Ministro, il quale per tutta la vita ha fatto politica e non ha nemmeno la minima nozione tecnica, che deve provvedere al ricovero di scorie nucleari, uno si domanda cosa voglia dire. Allora ho preso e sono andato (anche in questa occasione silenziosamente) a Chernobyl a vedere quello che stanno costruendo con un'impresa francese; il lavoro deve essere pronto entro la fine del 2005 (anche se mi dicevano che, forse, slitterà di qualche mese). Comunque ho potuto rendermi conto dell'enormità del problema. Pensate che queste scorie, tra 1000 anni, saranno ancora attive e potranno causare danni all'uomo e all'ambiente.
Nel nostro Paese (lo dico sotto voce) siamo in una situazione gravissima; diciamo che finora ci ha aiutato il Padreterno! Perché noi abbiamo dislocato queste scorie in oltre cento siti; nontutte attive tra mille anni, perché sono anche di serie B e C, ma tutte comunque pericolose. Allora, dovevamo individuare un sito, ma c'era sempre nelle relazioni tecniche un aspetto particolare che veniva sottolineato, perché ( come diceva Letta) ce ne sono molti di questi siti nel mondo; non è che inventiamo nulla di nuovo, dobbiamo semmai mettere a frutto l'esperienza di chi ha già provveduto e vedere come hanno operato laddove hanno già ricoverato in sicurezza queste scorie. La prima necessità è che questo sito va individuato in un posto dove sia presente una lastra di sale, che consente di attutire notevolmente qualsiasi cosa possa accadere. Argilla e sale, l'argilla per un conto, il sale per un altro. Abbiamo allora chiesto ai tecnici (devo ringraziare soprattutto il gen. Jean per il lavoro che ha svolto in questi mesi silenziosamente, ma riferendo puntualmente tutte le settimane) e abbiamo individuato una serie di siti, in Italia, dove c'erano queste lastre di sale sotto terra. Alla fine ne abbiamo individuati due che hanno caratteristiche ideali, che sembrano fatti apposta perché, dicono i tecnici e gli scienziati, la lastra di sale, dove è stato individuato il sito, non si muove da 4 milioni di anni nemmeno di un millimetro. Ma una volta stabilito dove, bisognava sapere come; occorreva quindi convincere coloro che insistono sul territorio a farsi carico di accettare una soluzione del genere. Allora abbiamo parlato ripetutamente con il sindaco del posto; il quale si è convinto (tra l'altro è un sindaco della CdL iscritto ad AN) e si è dichiarato.
Sottosegretario LETTA: "Scusa, Matteoli, debbo interromperti; una delle scelte che dovremo fare, e sulla quale dobbiamo chiamare il Consiglio a decidere, è proprio se indicare nel decreto il nome del comune, oppure limitarsi a descrivere le caratteristiche geologiche del sito prescelto, oltre alle ragioni tecnico- scientifiche di quella scelta. Quindi aspetta a dirlo, non farne il nome per ora . Ministro MATTEOLI: "Stai tranquillo! Quindi, una volta acquisito il consenso del sindaco, sapevamo che non era sufficiente perché ci sono anche la provincia e la regione. Allora abbiamo parlato con la provincia ed anche questa si è dichiarata d'accordo nell'accogliere il sito; poi con la regione, che è di colore politico diverso dal nostro. Comunque il Presidente della regione ha detto: "non sono entusiasta, non dirò mai accogliamo il sito, ma non farò neppure le barricate; subirò la scelta di Governo senza fare troppe storie".
Mettendo insieme tutte queste cose, credo di potere dire che abbiamo lavorato sicuramente con serietà, ma anche che abbiamo individuato un percorso che ritengo possibile e realizzabile; tenete presente comunque che, se scegliamo questo sito, non è che il ricovero delle scorie nucleari avverrà tra 5 o 6 anni (quando cioè il sito sarà pronto, finito, costruito), ma avverrà subito. Addirittura inizierà già dalla prossima settimana, se approviamo il decreto oggi. Infatti è stato trovato un sistema per allestire un ricovero provvisorio, ma altrettanto sicuro, con hangar e con cemento barico; ·le scorie vengono calate in contenitori di cemento barico e portate dentro appositi hangar, che sono a tenuta di bomba, e che consentono di ricoverare il materiale, in attesa che sia terminato il lavoro di costruzione del sito definitivo." Sottosegretario LETTA: "Vorrei aggiungere soltanto l'assicurazione al Consiglio che il lavoro è stato fatto in maniera molto scrupolosa; non solo andando a visitare tutte "le realizzazioni fatte negli altri Paesi, ma anche studiando le varie soluzioni possibili, affiancando al gen. Jean una serie di studiosi, di tecnici, di professori di geologia e di esperti nelle varie discipline. È stato fatto tutto quello che onestamente si poteva fare e vi mostro qualcosa che lo attesta: osservate questo candelotto bianco, brillante e bello da guardare; come il Ministro Lunardi potrebbe spiegare, questo è il carotaggio di un deposito di sale che proviene dal sito prescelto ed ha milioni di anni!
A questo punto, in relazione a quello che ha esposto Matteoli, sottopongo al Consiglio questa alternativa: abbiamo preparato due ipotesi di decreto, una con il nome del comune prescelto, l'altra, con riferimento alla "legge obiettivo" ed alle procedure in base alle quali il sito sarà scelto, con la semplice indicazione delle caratteristiche geologiche del sito. Per quale ragione chi più direttamente ha studiato e operato (per tutti, il gen Jean) suggerisce di indicare sin d'ora, nel decreto, il nome del comune prescelto? Fondamentalmente per due ragioni. La prima: se non si indica il nome, tutte le regioni, temendo che la scelta possa cadere sul proprio territorio, entrano subito in agitazione minacciando o organizzando la protesta; se, invece, si indica il nome, avremo forse una regione che protesta, ma ne avremo 19 che solidarizzano con il Governo. Inoltre, come ha spiegato Matteoli, anche all'interno della regione prescelta i sondaggi effettuati dicono che, se è il Governo ad imporre la scelta, loro la subiscono e finiranno per assecondarla; oppure la contrasteranno, ma senza eccedere, senza oltranzismi, diciamo così, soltanto perché non potranno fame a meno. La loro, per così dire, sarà solo una protesta di bandiera. Certo, non potranno mai condividere spontaneamente la scelta, ma possono subire quella del Governo; quindi, tutto compreso, anche dalla regione scelta viene una indicazione abbastanza chiara: "Scegliete! Noi subiremo, protesteremo, ma alla fine ci rassegneremo ad una decisione del Governo". Quindi si tratta di una responsabilità che dobbiamo assumerci tenendo conto di tutte queste ragioni. Ministro MARZANO: "Non devo aggiungere nulla a quanto già detto dal collega Matteoli e dal Sottosegretario Letta.
Rilevo soltanto che questo è un caso in cui risalta (lo dico anche dal punto di vista politico) come questo Governo sia diverso da quelli che lo hanno preceduto. Perché questa emergenza sta sul tappeto da almeno 30 anni e nessun Governo ha avuto il coraggio di risolvere un problema gravissimo per il Paese; quindi se ci sarà polemica, confrontiamoci. Questo è un Esecutivo che decide, dopo tanti Governi che per 30 anni non hanno deciso". Ministro MATTEOLI: "Vorrei dire solo una cosa a supporto dell'ultimo intervento di Letta. Il Presidente della provincia interessata aveva chiesto l'aiuto, il consiglio e il supporto giuridico di un noto avvocato (permettetemi di non fare il nome, anche per il ruolo che ricopre attualmente) che è anche un mio caro amico. Ho organizzato l'incontro tra questo noto avvocato e il Presidente della provincia che voleva essere -supportato dal punto di vista giuridico per quello che accadeva. e per quello che poteva accadere. L'incontro c'è stato, l'avvocato si è messo a disposizione e per una di quelle coincidenze fortunate che talvolta si verificano, è anche amico del sindaco del comune interessato.
Veramente, più di così non potevamo fare e tutto questo lo abbiamo fatto nel silenzio più assoluto e siamo arrivati all'individuazione del sito in quel comune prescelto proprio per le sue caratteristiche di sicurezza. Sappiamo che si tratta di una cosa delicatissima, ma più di questo...". Sottosegretario LETTA: "Tenete anche presente che il Presidente della regione, di segno politico opposto a quello del Presidente della provincia e del sindaco, ha detto "io, se il Governo fa una scelta, la contrasterò, ma non cavalcherò la protesta", ma chiederà (come aveva già chiesto il sindaco) misure di accompagnamento, cioè ovviamente vantaggi di tipo economico che possano in qualche modo risarcire la regione, soprattutto il territorio e il comune interessato, del danno che potrebbe derivare da una simile scelta e da una eventuale imposizione di questa natura. Sono quindi allo studio anche queste misure che i cittadini hanno il diritto di avere, perché è una solidarietà che tutta Italia dovrà loro accordare. Come ho detto, le misure possibili sono già allo studio, ma non le illustriamo oggi in Consiglio perché non sono ancora pronte e definite, soprattutto in relazione alle aspettative e alle esigenze di quelle popolazioni, questo è il terreno sul quale si aprirà l'eventuale contenzioso, perché naturalmente chiederanno molto, soprattutto per valorizzare l'agricoltura e il turismo". Ministro LUNARDI: "Desidero esprimere congratulazioni a Matteoli e a Marzano per questo successo, che spero si concretizzi presto; viste le premesse, sembra proprio probabile. Devo dire che ho seguito negli anni passati, all'estero, questo tipo di problemi e so che presentano difficoltà estreme; alcune Nazioni li stanno studiando da decine di anni senza risolverli. Quindi, se noi riusciamo ad arrivare in porto, è un grandissimo successo per il Governo". Ministro GIOVANARDI: "Vorrei ringraziare Bossi che ha accettto la scelta.... di Gemonio"! BOSSI risponde con una risata e replica a Giovanardi con la stessa amabile ironia.
Ministro GIOVANARDI: "Se ho ben capito, Bossi ha accettato Gemonio per la collocazione di quelle scorie...Grazie per la generosità! Nel caso in cui invece - come mi sembra che adesso stai dicendo - avessi capito male, credo opportuno che tu, caro Bossi, rivaluti il Meridione d'Italia, per certi aspetti. Scherzi a parte, sono assolutamente d'accordo sulla proposta di indicare il nome, perché altrimenti domani avremo reazioni e proteste, anche in mala fede, in tutte le regioni, a partire dalla Sardegna". Ministro BOSSI: "Secondo me il problema è dove si fanno le centrali nucleari, che andrebbero costruite dove poi si possono smaltire anche i rifiuti. Occorre trovare, nelle vicinanze, il luogo adatto per le scorie radioattive; è così più o meno in tutto il mondo, tranne che nel nostro Paese. Io ho avuto un' esperienza diretta in Svezia, dove c'è una caverna naturale (penso che sia una caverna naturale) 200 metri sotto il fondo del mare e lì sono stipate tutte le scorie radioattive. Il problema vero è che, su queste scorie, non deve uscire mezza parola, perché altrimenti non si riesce a portare a casa un risultato di quel tipo, perché si mettono tutti a urlare contro". Ministro BUTTIGLIONE "Nel momento in cui voglio congratularmi con Matteoli e con Marzano, colgo 1'occasione per ricordare che l'Italia ha brevetti di non poco valore nell'ambito del trattamento dei rifiuti nucleari e che questo può essere, e dovrebbe essere, uno degli obiettivi che noi indichiamo all'ENEA, anche nell'ambito della collaborazione con la Russia con cui esiste un accordo (...abbiamo risolto il problema del finanziamento?). Risolviamo, allora, i problemi connessi e andiamo avanti con il programma.
Possiamo acquistare una posizione di guida in un settore molto promettente". Conclusa la discussione generale, il Consiglio approva il decreto-legge, decidendo all'unanimità per la indicazione esplicita del comune di Scanzano Jonico, in Basilicata, come "sito unico nazionale" prescelto per il ricovero in sicurezza dei rifiuti nucleari presenti sul territorio italiano. All'attuazione degli interventi urgenti e necessari per tale localizzazione provvederà un apposito Commissario straordinario, il quale proporrà anche le opportune misure di intervento territoriale e di carattere finanziario per compensare i vincoli e i disagi per la popolazione interessata.