Archiviata la posizione di Romano Prodi nell'inchiesta "Why Not". Nonostante lo sforzo di importanti testate giornalistiche nazionali, la cosa continua a suscitare dubbi o, quantomeno, risolini ironici che non cesseranno mai. Purtroppo. Eppure Romano Prodi aveva il diritto di uscirne senza alcuno strascico se, come dice il GIP di Catanzaro, era estraneo ai reati a suo carico che Luigi de Magistris (all'epoca PM) aveva iscritto nel Registro delle Notizie di Reato tenuto presso la Procura di Catanzaro. C'è il Diritto al "giusto processo" e c'è il diritto alla "definitiva assoluzione". Ma c'è anche il diritto al proscioglimento senza ombre e sospetti, senza quei risolini ironici con cui molti commentano la notizia dell'archiviazione. Una smorfia che pesa più di una condanna, perché è inappellabile. Come ci si può difendere da una risata che sconfina in un ammiccamento? Come se una donna portasse in tribunale qualcuno dicendosi oltraggiata per un occhiolino malizioso: ne risulterebbe un oltraggio ben maggiore, unito agli sberleffi di chiunque fosse lì presente. Il fatto è che quel procedimento penale, venne sottratto al giudice naturale (PM De Magistris) commettendo un abuso. Fatto accertato dai magistrati di Salerno. Poi venne assegnato ad un pool di magistrati (di Catanzaro) che commisero tutta una serie di abusi, sempre rilevati dai PM salernitani, culminando con abusi talmente gravi da essere sanzionati dal pur compiacente Consiglio Superiore della Magistratura con il trasferimento. Decisione confermata persino dalla Suprema Corte di Cassazione che, in quanto a compiacenze verso certe nefandezze giudiziarie, può scrivere trattati enciclopedici. Come se non bastasse, uno dei PM delegati alle indagini su Why Not (appena sottratte con un abuso a de Magistris) chiese ed ottenne di esserne esentato. Scrisse che gli veniva impedito di svolgere le indagini. E venne accontentato. Con queste premesse, poteva l'archiviazione apparire come una decisione presa da un giudice terzo sulla base degli indispensabili elementi probatori pro o contro che fossero? Ma non è solo Romano Prodi a pagare lo scotto di tante leggerezze. Pensate alla legge ponte per garantire l'impunità a Berlusconi nell'attesa che una modifica alla Costituzione Italiana lo immunizzi per l'eternità (giudiziaria, per l'altra non ci sono maggioranze che tengano!). Chi toglierà dalla mente degli italiani che la tiepidezza del PD, con quel popò di giuristi che si ritrova, non sia la controprestazione per il favore fatto a Prodi e (soprattutto) ad eventuali altri personaggi illustri implicati nelle faccende appena indagate da Luigi de Magistris? Basta leggere quanto risulta dagli accertamenti contabili sui movimenti finanziari indagati dal Consulente Tecnico della Procura di Catanzaro. Quel Dr. Sagona che non ha potuto consegnare le risultanze delle sue consulenze semplicemente perché non glielo hanno mai consentito. Fantastico!
Nell'anno 2003 nasce l'inchiesta "Toghe Lucane". Duecentomila pagine che squarciano il velo sulla Lucania reale, quella dei centri di potere, della politica collegata con la magistratura. Luigi de Magistris, il PM che conduce le indagini e che viene allontanato prima che possa concluderle. Tutto archiviato, tranne l'evidenza storica che lascia un documento indelebile su uomini e cose della Lucania di oggi, proprio quella di cui questo blog, caparbiamente, continua ad occuparsi!
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