Si sta perdendo tempo, come spesso accade in politica, su una questione che non ha motivo di porsi: il cosiddetto “processo breve”. La proposta di Legge su cui il Presidente del Consiglio avrebbe chiesto di sottoscrivere una sorta di delega in bianco, è un grande bluff. Pierferdinando Casini ci è cascato in pieno o “bluffa” anche lui e rischia di indurre molti parlamentari a lasciare il piatto senza “andare a vedere” un punto che non esiste. Riepiloghiamo i fatti: 1) il Presidente del Consiglio teme di essere condannato nel processo Mills e quindi fra i parlamentari nominati include il suo avvocato personale, Niccolò Ghedini e fra i primi atti del Governo vara il “Lodo Alfano”. Una Legge ordinaria che sospende i processi alle 4 più alte cariche dello Stato; 2) L'avv. Mills viene condannato per corruzione, a corromperlo Silvio Berlusconi per il quale, essendo ricompreso fra le 4 cariche di cui innanzi, il processo viene sospeso; 3) la Consulta Costituzionale annulla il “lodo Alfano”. Berlusconi fa scintille, fulmini e saette, minaccia tutto e tutti; 4) l'On. Avv. Ghedini presenta una proposta di Legge che prescrive i processi: se dal rinvio a giudizio passano due anni senza arrivare ad una condanna, il processo cessa d'esistere e l'indagato la fa franca; 5) Pierferdy Casini propone un patto scellerato: “ridiamo l'impunità al Cavaliere attraverso un Lodo Alfano approvato quale Legge Costituzionale” ed avremo in cambio il ritiro della Legge sul Processo Breve. Sin qui la ricostruzione degli ultimi mesi di acerrime polemiche. In realtà, qualsiasi uomo capace d'intendere e di volere (quindi anche tutti i parlamentari), sa che la proposta Ghedini sul “Processo Breve” è improponibile. Non si riuscirebbe a processare più nessuno e si determinerebbe un nuovo principio che sovverte il fondamento dell'ordinamento giudiziario: "l'incertezza del diritto"; per non dire la certezza del "non Diritto". Questo lo sanno bene Ghedini ed il Ministro Angelino Alfano, lo sanno tutti i magistrati d'Italia, lo sanno tutti gli avvocati italiani. Qualsiasi cittadino, dotato di un briciolo di materia grigia, lo comprende senza difficoltà. Ed è qui la genialità di Berlusconi che prende all'amo la (probabile) buona fede dell'On. Casini. Minacciare una “strage di processi” per far apparire il “Lodo Alfano” (novellato in Legge Costituzionale) come il male minore da contrapporre al “Processo Breve” che di processi segnerebbe la fine improvvisa. Appare chiaro, quindi, che si tratta solo di un bluff, un grande bluff. Nessun giurista, ma anche nessun deputato e nessun senatore voterebbero una Legge che azzera la Giustizia Penale Italiana, che impone la negazione del Diritto e l'affermazione della resa al sopruso ed alla illegalità. Sì, qualche fedelissimo di Berlusconi lo trovi sempre. Qualcuno che non sa fare la "O" nemmeno col bicchiere e che i ventimila euro al mese non li farebbe nemmeno sotto la minaccia delle armi. Ma è proprio sicuro, è certissimo, che una siffatta Legge non avrebbe mai la maggioranza necessaria per essere approvata. E, qualora passasse, troverebbe sempre l'ostacolo Napolitano, che almeno in questo caso dovrebbe essere insormontabile. Ed ecco la genialata, il grande bluff. Presentano in parlamento una Legge impossibile e, facendo leva sui sentimenti più nobili del buon Casini e di quanti sono adusi a decidere senza riflettere, conducono le pecorelle a votare la legge Costituzionale relativa al Lodo Alfano. Perfetto? Quasi. Se Pierferdy otterrà la presidenza della Campania oppure del Lazio alle prossime regionali, vorrà dire che il patto è sottoscritto. Poi basterà sventolare ipotesi di elezioni anticipate per serrare le fila di quei parlamentari che se non fossero "confermati" dal Cavaliere (ma anche da Bersani, da Casini, da Di Pietro e dal ristrettissimo giro dei padroni del parlamento) non avrebbero di che campare, ed il gioco è fatto. O meglio i giocatori sono serviti. Ma, come tutti i bluff, sino all'ultimo resta l'incertezza. Qualcuno potrebbe chiedere di "vedere il punto" e allora per il Cavaliere si farebbe davvero difficile, in quest'anno horribilis che lo ha visto distruggere quanto di buono aveva costruito.
Nell'anno 2003 nasce l'inchiesta "Toghe Lucane". Duecentomila pagine che squarciano il velo sulla Lucania reale, quella dei centri di potere, della politica collegata con la magistratura. Luigi de Magistris, il PM che conduce le indagini e che viene allontanato prima che possa concluderle. Tutto archiviato, tranne l'evidenza storica che lascia un documento indelebile su uomini e cose della Lucania di oggi, proprio quella di cui questo blog, caparbiamente, continua ad occuparsi!
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complimenti al signor De Lubac, le recentissime dichiarazioni di Schifani confermano in pieno le riflessioni di questo post.
RispondiEliminaPurtroppo, temo che nessuno andrà a vedere il "Punto" di Berlusconi e così "Grande Bluff" la farà franca ancora una volta.
Qualche minuto fa, Berlusconi ha escluso che si vada ad elezioni anticipate: governerà 5 anni. Ha già cambiato idea (e non sarebbe insolito) oppure ha avuto paura che si scoprisse il bluff?
RispondiEliminae bravo il nostro Filippo, hai costretto Silvio ad uscire allo scoperto almeno sulla questione elezioni anticipate. Persino Palamara (ANM) ha detto che il decreto legge sul processo breve non è emendabile e va ritirato. E per dirlo uno che non ha speso una parola per difendere i magistrati di Salerno (Nuzzi, Verasani e Apicella) ingiustamente e vergognosamente puniti dal CSM per aver compiuto il loro dovere, vuol dire che è una legge proprio indecente. Grazie al signor Delubac per il paziente lavoro d'informazione.
RispondiEliminaRingrazio i lettori che hanno commentato questo post. Credo che abbiano ben dimostrato che molti fatti e riflessioni confermano la "tesi" del "grande bluff". Sventato, sembra, almeno in parte!
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