Una
ineludibile presa di posizione:
Ordine
dei Giornalisti, se ci sei batti un colpo!
Caro
Presidente nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, Dr. Enzo Iacopino,
Caro
Presidente dell'Ordine Regionale dei Giornalisti Lucani, Dr. Domenico
Sammartino,
Cari
colleghi giornalisti professionisti e pubblicisti,
lunedì
9 giugno 2014, nel Palazzo del Tribunale di Matera in Via Aldo Moro,
si celebrerà l'udienza finale di un processo intentato ad un
giornalista ed al direttore responsabile per diffamazione a mezzo
stampa:
"per
aver offeso la reputazione di BUBBICO Filippo pubblicando sul
settimanale “II Resto” del 09.06.07 un articolo intitolato “ALTO
TRADIMENTO PER IL “GENERALE” BUBBICO”, “In un meeting tra
Filippo Bubbico, Emilio Nicola Buccico (all'epoca membro del CSM), il
generale Carlo Jean (amministratore della SOGIN) e qualche altro
amministratore di enti locali, si sarebbe sancito il “patto
scellerato” di accoglimento “morbido” dell'ubicazione a
Scanzano Jonico del deposito unico di scorie nucleari”; in
particolare nell'articolo si alludeva al fatto che il Presidente
Bubbico fosse partecipe di tale “patto scellerato” e avesse
falsamente dichiarato di non essere a conoscenza di tale allocazione
allorché, nel novembre 2003, vi era stata una vera e propria
sollevazione popolare, della quale si era affrettato a guadagnare la
testa (dopo qualche giorno soltanto), cosi facendo riferimento a
fatti specifici"
L'udienza è pubblica e, visto
il tema sotteso strettamente pertinente all'esercizio del diritto
all'informazione ed il ruolo istituzionale ricoperto dal querelante
(vice ministro agli Affari Interni della Repubblica Italiana),
riteniamo fondamentale che il processo abbia un adeguato rilievo
nell'informazione in ambito locale e nazionale.
Chi volesse, potrà rileggere il
testo integrale dell'articolo così da valutarne l'effettivo tenore e
contenuto. Così come sarà di una qualche utilità conoscere il
testo del verbale del Consiglio dei Ministri del 13/11/2003 e le
testimonianze rese in sede processuale da Altero Matteoli, Carlo
Giovanardi, Mario Altieri. Tutti documenti che alleghiamo per evitare
defatiganti ricerche tra gli atti processuali e perciò pubblici e
accessibili per tabulas.
Agli organismi di categoria ed
ai colleghi giornalisti, specialmente ai Lucani, si presenta
l'occasione di uscire allo scoperto e rivendicare chiaramente la
difesa del diritto all'esercizio della professione giornalistica nel
rispetto della libertà costituzionale all'informazione.
Si tratta di una istanza
ineludibile poiché in questo caso sono presenti tutti gli elementi
“sensibili” intorno a cui ruota il dibattito ed il merito della
questione:
- l'articolo è scritto in lingua italiana facilmente comprensibile su questione di interesse pubblico;
- lo scritto è frutto di un attento lavoro di inchiesta giornalistica, supportato da atti ufficiali (amministrativi, governativi e giudiziari) che ne confermano integralmente il contenuto;
- altro giudice, per medesime doglianze formulate dallo stesso soggetto (Bubbico) si è già pronunciato non ritenendole nemmeno degne di un dibattimento processuale;
- la Procura di Matera ha richiesto e ottenuto il rinvio a giudizio rifiutando di acquisire i documenti indicati dagli imputati (verbale del Consiglio dei Ministri, fascicolo a carico di Carlo Giovanardi – querelante Filippo Bubbico – archiviato dal Tribunale dei Ministri di Catanzaro) causando un inutile dispendio di tempo e risorse pubbliche che si protrae da oltre sette anni;
- il potente di turno, continua ad insistere nella sua pretesa punitiva e risarcitoria nonostante l'evidenza documentale della totale infondatezza delle sue tesi processuali.
Quale occasione migliore, cari
Presidenti e cari colleghi, per dire una parola chiara e forte
rivendicando con orgoglio professionale e passione civile la tutela
del delicato ruolo del giornalista?
Quale occasione migliore, cari
Presidenti e cari colleghi, per dire a Filippo Bubbico ed a tutti i
Filippo Bubbico che ricoprono incarichi istituzionali che devono
sottostare alle critiche ed assoggettarsi al giudizio dei cittadini
per gli atti (di rilievo pubblico) che compiono nell'esercizio delle
loro alte funzioni?
Quale occasione migliore per
dimostrare che esistono giornalisti e uomini liberi che non temono di
affrontare anche i processi pur di esercitare quel controllo popolare
sull'operato degli amministratori, dei politici e dei magistrati che
è fondamento della nostra democrazia?
di
Nicola Piccenna e Filippo de Lubac
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