La decisione del CSM che impediva al Dr. Enzo Jannelli (ex proc. gen. a Catanzaro) di occupare scranni presso la Suprema Corte di Cassazione "non si rivela assistita da adeguata motivazione e non è immune da censure". A scriverlo è stato il TAR del Lazio in una recentissima sentenza. Jannelli era stato fra i protagnisti di una pagina nerissima dell'amministrazione della giustizia in Italia, quella passata ormai alla storia "mediatica" come "guerra tra procure" (Salerno e Catanzaro). Che la Procura di Catanzaro, sotto la diretta responsanilità di Enzo Jannelli, abbia potuto sequestrare le evidenze (presuntivamente) probatorie dei reati ipotizzati in capo a numerosi magistrati catanzaresi tra cui lo stesso Jannelli, costituisce un unicum che nessun TAR, nessuna Cassazione e nessun CSM riusciranno mai a spiegare. Cos'altro deve fare un magistrato per non meritare avanzamenti di carriera? In altri paesi e fors'anche in un'Italia ligia alla Costituzione Repubblicana, Jannelli e molti altri colleghi suoi degni compari sarebbero stati sospesi dalle funzioni e dallo stipendio. Nel marasma italiano di oggi, gli spianano la strada verso i vertici del sistema giudiziario. Complimeti, signori del TAR. Complimenti signor Ministro Alfano. Complimenti Dr. Jannelli. Complimenti On. Pres. Giorgio Napolitano. Ed un complimento particolare all'Associazione Nazionale Magistrati. Chi con il silenzio e chi con l'azione, tutti concorrono allo stato di sfiducia verso la Giustizia Italiana che, come ben sappiamo, viene amministrata "in nome del Popolo Italiano". Ma, come appare evidente, non nell'interesse del Popolo medesimo. (di Nicola Piccenna)
Nell'anno 2003 nasce l'inchiesta "Toghe Lucane". Duecentomila pagine che squarciano il velo sulla Lucania reale, quella dei centri di potere, della politica collegata con la magistratura. Luigi de Magistris, il PM che conduce le indagini e che viene allontanato prima che possa concluderle. Tutto archiviato, tranne l'evidenza storica che lascia un documento indelebile su uomini e cose della Lucania di oggi, proprio quella di cui questo blog, caparbiamente, continua ad occuparsi!
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Tutta la disonesta' di queste persone andrebbe provata suffragando ciò che si dice con prove di fatto e sentenze, la fandonia del de magistris paladino della giustizia e dell ' ipotesi del complotto contro di lui da parte di tutti non regge più!
RispondiEliminaNon si tratta di distribuire patenti di onestà, nè diplomi di paladino di questa o quella disciplina. Tutto questo lo farà la storia con tempi non certo brevi (ammesso che qualcuno la scriva). Quanto alle prove, beh quelle ci sono tutte ed in grande abbondanza. La più evidente è il fatto che ai magistrati di Catanzaro oggetto di perquisizione è stato consentito "controsequestrare" le presunte prove dei (presunti) delitti compiuti. Qualsiasi altro cittadino, in analoga situazione, sarebbe stato arrestato. Invece il CSM ha punito i magistrati di Salerno per un atto (decreto di perquisizione e sequestro) che è stato ritenuto valido, opportuno e corretto da tutti i gradi di giudizio successivi. Non la tedierò con il lunghissimo elenco delle prove documentali che erano presenti nell'atto di chiusura dell'indagine "Toghe Lucane" e che non sono più rintracciabili dopo che la stessa è passata nelle mani del Dr. Capomolla. Atti di cui, opportunmente, esistono copie ufficiali ottenute legittimamente e pagando fior di bolli.
RispondiEliminaCaro anonimo cercatore di prove,
RispondiEliminacomplimenti per la sensibilità istituzionale e la fiducia verso le sentenze. Come si fa a parlare di sentenze se tutti i procedimenti penali sono stati sottratti a De Magistris prima che potesse chiedere il rinvio a giudzio? Troppo comodo criticarlo quando non ci sarà mai un giudice che ne valuterà l'operato.
Dopo la finanza creativa.... il diritto creativo, o, meglio, il codice di procedura penale creativo è stato premiato infine?! Se fosse andato alla corte costituzionale gli avrebbero affidato il lodo alfano!!! TUTTI A ROMA IL 26 PERDIO.
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