Sono liberi i Lucani: di tacere o di parlare a comando
Sono pochi, i Lucani:
mezzo milione. Sono poveri, i Lucani: mediamente s'intende! Sono
schiavi i Lucani: un ceto politico che non vede oltre il proprio
ombelico (o, in alcuni casi, subito sotto). Sono rassegnati, i Lucani: al
massimo alti proclami su FB, quelli in campo sono pochi e soli. Sono
liberi i Lucani: di tacere o di parlare a comando.
Parlare dei massimi
sistemi non serve. Siamo tutti un po' troppo presi dall'immanente,
dall'immediato, persino dal necessario e non abbiamo tempo per
l'indispensabile.
Succede così che le
notizie, la cosiddetta “informazione” ci scivola addosso senza
possibilità di appiglio, di vera conoscenza e comprensione. Qualche
parola, a volte una intera frase colta da un titolo di giornale o da
qualche sprazzo televisivo ed il resto è la fantasia preda dei
luoghi comuni.
L'attenzione dura venti
righi sullo scritto e 30 secondi sul video, quindi occorre arrivare
subito al sodo. Ergo, facciamo un esempio.
Il Governatore della Basilicata: Marcello Pittella |
Ospedale San Carlo
(Potenza): donna muore durante un intervento chirurgico a cuore
aperto. Una conversazione registrata da un medico, rivela
uno scenario agghiacciante: un errore ha causato la morte, una
finzione ha coperto l'errore. La coperta salta, perché la telefonata
diventa pubblica e succede il patatrac. Tutti i Lucani si sono fatti
un'idea e tutti si sono indignati. Quanti hanno gli elementi di
conoscenza per comprendere sino in fondo quello che è accaduto nei
palazzi del potere politico e del Tribunale di Potenza dopo un
accadimento terribile e disumano?
C'è un meccanismo odioso
che scatta dopo una tragedia: la presa di beneficio. Molti
ricorderanno i furbetti che ridevano del terremoto pensando agli
affari che ne sarebbero derivati.
Cominciamo un viaggio di
conoscenza nella vicenda San Carlo partendo dalle relazioni corte che
occorre conoscere per comprendere bene:
Faustino Saponara:
medico chirurgo. Effettua la registrazione della conversazione intercorsa tra lui e Michele Cavone (chirurgo anch'egli)
nella quale racconta dell'errore medico e della copertura tentata per
eludere responsabilità. Saponara nega di essere l'autore della
registrazione, il giudice (Amerigo Palma) afferma in atti che è
stato Saponara a registrare. (se non fosse stato Saponara ad effettuare la registrazione, questa non costituirebbe elemento utile nel processo essendo abusiva).
Nicola Marraudino,
Michele Cavone e Matteo Galatti: chirurghi sotto processo per
omicidio colposo.
Giampiero Maruggi:
Direttore Generale dell'ospedale San Carlo di Potenza quando
viene resa nota la “confessione telefonica”.
Marcello Pittella:
Governatore della Regione Basilicata che ha la responsabilità della
nomina dei vertici amministrativi e sanitari delle Aziende Sanitarie
Regionali Lucane.
Michele Napoli:
avvocato, difensore del Dr. Saponara.
Faustino Saponara
è marito di Gerardina Romaniello, giudice delle Indagini
Preliminari presso il Tribunale di Potenza. La D.ssa Romaniello
tratta (inevitabilmente) vicende giudiziarie che vedono indagato il Presidente Marcello
Pittella. Quest'ultimo deve decidere sulle nomine dei vertici
della sanità regionale ed ha, tra i consiglieri di opposizione l'avv.
Michele Napoli, capogruppo del PDL. Tra Saponara,
Maruggi, Azienda San Carlo ed altri della galassia
sanitaria Lucana sono in corso contenziosi giudiziari civili e
penali, tutti incardinati presso il Tribunale di Potenza.
Come se ne esce fuori,
giacché sembra che tutti ignorino i motivi di opportunità che consiglierebbero a
chi opera in posizione di “conflitto d'interessi”, cioè con
casacche dell'una e dell'altra squadra, di scegliere una sola bandiera?
Gerardina Romaniello: giudice del Tribunale di Potenza |
I procedimenti a carico
di un magistrato o di un suo stretto congiunto possono essere
trattati nel Tribunale presso cui opera quel magistrato?
Le valutazioni di
“opportunità” sono espresse dall'ordinamento (come da chi scrive) ad esclusiva tutela delle persone e delle funzioni ricoperte, giacché
non si discute affatto della correttezza e del rigore di ciascuno e si vuole
fare in modo che nessuno possa, nemmeno lontanamente, dubitarne (1. continua)
Filippo
de Lubac
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