In materia di cronaca giudiziaria e, prim'ancora, di amministrazione della giustizia, spesso sorge la domanda sulla utilità dell'informazione. Per essere più precisi, sulla sua inutilità o, peggio ancora, sul fatto che può nuocere gravemente alle persone (ed alle inchieste).
Da un punto di vista puramente accademico/filosofico la discussione è, e resterà, aperta ed anche irrisolvibile.
Vi è, invece, un approccio pragmatico che può fornire qualche semplificazione. L'informazione è come la dinamite: può compiere in pochi attimi enormi ed utili lavori oppure seminare disastri e lutti. Dipende da chi la usa e quali fini si propone.
Certo è, che l'informazione scritta lascia una traccia indelebile che consente di (ri)valutarla nel corso del tempo.
Sfogliando i vecchi giornali, per esempio, scorriamo il succedersi delle inaugurazioni dell'Anno Giudiziario in Basilicata e scopriamo le cronache uniche ed esclusive delle testate in cui maggiormente ha trovato spazio un collega pubblicista lucano, Nicola Piccenna:
Il Resto del 7/2/2009 - "Vestiti di porpora e addobbati di ermellino"
L'Indipendente Lucano del 24/12/2011 - "Tufano, Roca, Bonomi e tanti altri"
L'Indipendente Lucano del 4/2/2012 - "Silenzi omertosi su Toghe Lucane"
(leggi gli articoli cliccando sui titoli)
Il Resto del 7/2/2009 - "Vestiti di porpora e addobbati di ermellino"
L'Indipendente Lucano del 24/12/2011 - "Tufano, Roca, Bonomi e tanti altri"
L'Indipendente Lucano del 4/2/2012 - "Silenzi omertosi su Toghe Lucane"
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Colpisce l'attualità dell'analisi e la freschezza del giudizio che, questo è il punto, mantiene aspetti quasi "profetici" interessanti da analizzare anche oggi. Forse meriterebbe uno studio più analitico, l'opera di questo giornalista lucano che tanto ha dato e, ci auguriamo, continuerà a dare: esempio per i giovani colleghi e monito per quelli meno inclini alla battaglia per una informazione libera e indipendente, nel concreto e fuori della solita retorica di facciata. (di Franco Venerabile)
Ringrazio il collega e intimo amico Franco Venerabile per aver ripreso questi scritti a testimonianza che la storia non è cosa poco significativa.
Volendo, però, restare nel pragmatismo invocato, ritengo di dover segnalare che, molti magistrati protagonisti di quella stagione giudiziaria Lucana sono ormai in quiescenza o fuori gioco e per loro, lentamente, procede la fase processuale che non giungerà a nessun risultato apprezzabile giacché hanno esercitato indisturbati il loro ufficio distorcendo e violando la Legge (questa l'ipotesi per cui sono sotto processo).
Ne restano alcuni e ne sono subentrati altri (almeno in un caso conclamato) che hanno ripreso e continuato l'opera di infedele servizio allo Stato ed ai cittadini. Oggi, come allora, gli organismi competenti sono stati informati formalmente ed hanno avviato i procedimenti penali e disciplinari cui sono obbligati dalla Costituzione.
Oggi come allora, nulla pongono in essere per interrompere gli abusi ed il favoreggiamento. Non è dato sapere cosa aspettino e non è opportuno (e nemmeno la Legge lo consente a tutela dell'indagine in corso) rivelare nomi, fatti ed atti giudiziari.
Lo faremo in seguito, tra altri tre, quattro o sei anni, quando nessun impedimento giuridico eviterà ai magistrati indagati ed a quelli inquirenti di essere consegnati alla storia in tutta la loro meschina mediocrità.
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