I comportamenti e la tolleranza di casta che ci fanno vergognare
delle istituzioni giurisdizionali
Quel
giorno, all'inaugurazione dell'anno giudiziario, Sua Eccellenza il
Dr. Vincenzo Tufano (Procuratore Generale presso la Corte d'Appello
di Potenza, si stracciò le vesti. “Hanno fatto strame della
giustizia”, tuonò, Si riferiva all'inchiesta “Toghe Lucane” in
cui, da indagato per gravissimi reati, aveva subito una ignominiosa
perquisizione. Quell'inchiesta si era conclusa con un'archiviazione
chiesta dal Dr. Vincenzo Capomolla attraverso un meccanismo
procedimentale non del tutto esente da valutazioni critiche. Mettendo
mani alle duecentomila pagine dell'inchiesta sino ad allora condotta
dal PM Luigi de Magistris, Capomolla pensò bene di spaginarla
disaggregando i 118 faldoni e riaggregandoli in un ordine diverso da
quello originario. Quello che era a destra finì a sinistra. I
documenti che si trovavano sopra finirono sotto. Ed alla fine
concluse, il Capomolla, che non vi erano elementi sufficienti per
sostenere l'accusa in giudizio. In realtà, diversamente,
quell'illegittimo rimescolamento di carte, che equivaleva ad una vera
e propria distruzione di atti processuali, aveva reso quegli elementi
difficilmente riconoscibili o rintracciabili. Prova ne è che poco
tempo dopo e molto lavoro di riaggregazione dopo, i PPMM Rossi e
Roberti, sempre a Catanzaro, riaprirono l'inchiesta archiviata
arrivando ad una richiesta di rinvio a giudizio, fra gli altri, anche
per Sua Eccellenza il PG Vincenzo Tufano. Ma non è l'esito
giudiziario di questo nuovo processo che qui interessa, non è certo
la condanna penale l'unico criterio di valutazione della realtà.
Anzi, ripensando all'operato di magistrati tipo “Capomolla”, che
pochi non sono, viene da pensare che la verità processuale sia la
meno utile a quello scopo. La verità fattuale, quello che Tufano ed
altri magistrati da par suo hanno fatto e che gli organi disciplinari
e giurisdizionali gli hanno consentito di fare, dimostrano bene quale
era la considerazione delle istituzioni di questi Eccellentissimi
Signori. Come è possibile che tutti gli organi di controllo e di
governo della magistratura, perfettamente informati di questi
comportamenti, nulla hanno posto in essere per farli cessare
attendendo pazientemente che Tufano e Bonomi andassero in pensione?
Questa è la domanda che rivolgiamo ai rappresentanti del Ministro
della Giustizia, del CSM, dell'ANM, del Tribunale di Potenza e che,
probabilmente, resterà senza risposta perché i loro omologhi,
quando Tufano pontificava, erano lì in prima fila a battere le mani!
Alcuni
dei fatti reato contestati nella richiesta di rinvio a giudizio agli
Eccellentissimi:
Tufano
Vincenzo: ...perché, quale Procuratore Generale della Repubblica
presso la Corte di Appello di Potenza, titolare del potere di
sorveglianza sui magistrati, sussistendo le specifiche cause di
astensione obbligatoria essendo egli legato da stretti vincoli di
amicizia e da abituali rapporti di frequentazione alla dott.ssa
Felicia Genovese ed al marito dr. Michele Cannizzaro, nonché avendo
presentato il figlio Achille domanda di partecipazione a due concorsi
per la copertura di posti di collaboratore amministrativo
professionale e assistente amministrativo presso l'Azienda
Ospedaliera San Carlo di Potenza, di cui il Cannizzaro era Direttore
Generale - ed in violazione del citato art, 16 RDL 511146, all'epoca
dei fatti vigente - che escludeva la possibilità che il potere di
sorveglianza del Procuratore Generale potesse concernere
comportamenti discrezionali da parte dell'Autorità Giudiziaria –
e, infine, in violazione dell 'art. 53 c.p.p. - che garantisce la
piena autonomia del Sostituto
Procuratore nell'udienza preliminare - segnalava ai titolari
dell'azione disciplinare l'omesso deposito, da parte del Sostituto
Procuratore dr. Vincenzo Montemurro...
Bonomi
Gaetano: “...perché, al fine di commettere una pluralità
indeterminata di delitti di corruzione, abuso di ufficio nonchè di
diffamazione e calunnia in danno di magistrati in servizio presso gli
Uffici Giudiziari del Distretto di Corte d'appello di Potenza - tra i
quali il dott. Henry John Woodcock, il dott. Vincenzo Montemurro, la
dott.ssa Annagloria Piccininni, la dott.ssa Laura Triassi, il dott.
Basentini Francesco, il dott. Montemurro Vincenzo, tutti magistrati
in servizio o
già in servizio presso la procura della Repubblica di Potenza, il
dott. Alberto Iannuzzi, già giudice per le indagini preliminari a
Potenza. il dott. Amerigo Palma, giudice del tribunale di Melfi - e
di esponenti politici operanti nella Regione Basilicata, nonché
ancora di rivelazione di segreto di ufficio, finalizzata
all'acquisizione, da parte del dott. Bonorni, di dati cognitivi -
segnatamente notizie concernenti attività investigative in corso di
svolgimento da parte della procura della Repubblica
ovvero della polizia giudiziaria - o di ufficiali di polizia
giudiziaria – tra i quali l'isp. Pasquale Di Tolla, in servizio
presso la Squadra Mobile di Potenza – per poter commettere gli
altri reati rientranti nel programma criminoso... si associavano
stabilmente in una struttura organizzativa nella quale ricoprivano i
seguenti ruoli: Bonomi Gaetano, quale magistrato della Procura
Generale della Repubblica presso la Corte di appello di Potenza,
quale capo e promotore dell'associazione...
Violazioni
del codice penale contestate ai magistrati per cui i PPMM di
Catanzaro hanno formulato la richiesta di rinvio a giudizio. Le
violazioni contestate erano parte della prima inchiesta “Toghe
Lucane” archiviata ma, secondo i PPMM intervenuti, sostenuti da
elementi probatori sufficienti per sostenere l'accusa in giudizio.
BONOMI
Gaetano Sost. Proc. Gen. a Potenza (319, 321, 323, 326, 368, 416)
ROCA
Modestino Sost. Proc. Gen. a Potenza (323)
DE
LUCA Claudia Sost. Proc. a Potenza (323)
TUFANO
Vincenzo Proc. Gen. a Potenza (323)
Codice
Penale
Art.
319 - Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio
Art.
321 – Pene per il corruttore: chi dà o promette al pubblico
ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio il denaro od altra
utilità
Art.
323 - Abuso d'ufficio
Art.
326 - Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio
Art.
368 - Calunnia
Art.
416 - Associazione per delinquere
di Claudio Galante
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