«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca?». Gesù era circondato da falsi maestri, sempre pronti a giudicare e condannare gli altri e incapaci di esaminare se stessi. Alla radice delle loro falsità c’era la presunzione, l’atteggiarsi ipocritamente a maestri e guide senza averne le doti. Dice loro esplicitamente «ciechi e guide di ciechi». «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non t’accorgi della trave che è nel tuo?» «Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Così accade che il Consiglio Superiore della Magistratura abbia condannato il 19 ottobre scorso i magistrati Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani alla perdita di anzianità ed al definitivo trasferimento ad altra sede ed altre funzioni. Tutto nasce dal provvedimento con cui Nuzzi e Verasani disposero la perquisizione ed il sequestro di materiali e documenti inerenti l'inchiesta che vedeva (e vede) coinvolti i vertici della Procura della Repubblica e della Procura Generale di Salerno, insieme con diversi magistrati di quella città e del distretto giudiziario di Basilicata. Proprio lo stesso provvedimento che tutti i gradi di giudizio cui è stato sottoposto (dal GIP alla Suprema Corte di Cassazione) hanno valutato legittimo, corretto e opportuno (anzi doveroso). Nessuno ha fiatato. Non un magistrato. Non un politico. Non un membro del CSM. Non un membro dell'ANM. Non un illustre costituzionalista. Non il Presidente Napolitano. Ipocriti! Mille volte ipocriti. Adesso che piagnucolano in difesa del Dr. Raimondo Carmelo Mesiano e si inalberano per “l'offesa alla magistratura” e simili alte grida. Ipocriti, mille e mille volte ipocriti! Il Dr. Mesiano non meritava certo il trattamento riservatogli da qualche giornalista al soldo di un noto politico. Non meritava nemmeno che si ironizzasse sui suoi calzini color turchese. Meno ancora è tollerabile la lunga teoria di contumelie che gli sono state indirizzate dai soliti politici schiavi di un seggio parlamentare o ministeriale. Ma come si fa a non vedere la trave piantata nell’occhio del sistema giudiziario italiano con la condanna di Nuzzi e Verasani e, prima, di Luigi de Magistris? E fra gli ipocriti, in prima fila, una certa stampa. Quella dei milioni di lettori e dei contratti pubblicitari faraonici. Quella che rivendica in piazza una presunta libertà perduta, che difende Napolitano anche quando è indifendibile. Quella che dovrebbe svelare “di che lagrime grondi e di che sangue” ed oggi, ipocritamente, si scandalizza per Mesiano ma finge di non conoscere Nuzzi, Verasani e De Magistris. Ipocriti!
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