venerdì 2 ottobre 2009

Napolitano, Nuzzi, de Magistris e la posta in gioco

È in atto un confronto di idee che stenta a scendere sul piano dei fatti concreti ma che, se dovesse farlo, comporterebbe grandi cambiamenti nella vita degli italiani. La difficoltà ha due fattori determinanti: 1) il “lettore medio” non legge quasi nulla; 2) il “cittadino medio” conosce e partecipa alla vita civica ancora meno. Tuttavia, questo dato di fatto non ci esime dal comunicare; che poi è anche parte della nostra stessa natura. “Dio è comunicazione”, ha scritto recentemente Sua Santità Benedetto XVI e, come si sa, l'uomo fu fatto a Sua immagine e somiglianza.


Caro Piccenna, l'hanno informata che per tutti i personaggi che Lei ha nominato è stata richiesta l'archiviazione? (1 ottobre 2009 19.39)


Caro anonimo,
il fatto che sia stata chiesta l'archiviazione e che, come Lei ben sa, è stata proposta opposizione all'archiviazione, comporterà un "grado di giudizio" tutto da esperire. Un Giudice, cioè, dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione o rigettarla disponendo il rinvio coatto a giudizio ovvero ulteriori indagini. Le sembra corretto e segno di credibilità per il sistema giudiziario italiano che gli indagati per gravissimi reati si accompagnino in pubblico e persino a cena (Emilio Nicola Buccico e Vito De Filippo) con la massima autorità dello Stato nonché presidente del Supremo Organo di Autogoverno della Magistratura nell'imminenza di un così delicato giudizio? Non cambierebbe di una virgola se il PM avesse chiesto il rinvio a giudizio. Una cosa è la presunzione di non colpevolezza, altra cosa la presunzione d'impunità. Altra cosa ancora, l'opportunità di apparire terzi. Specie quando ad esserlo si fa fatica. (1 ottobre 2009 23.50)


I commenti innanzi riportati sono relativi alla pubblicazione dell'articolo: "Napolitano in Basilicata stringerà la mano delle massime autorità: molti sono indagati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari" sul blog www.toghelucane.blogspot.com. Sono indicativi di una mentalità che è ormai diffusa tanto che anche le evidenze più solari faticano a penetrarla. Per alcuni la richiesta di archiviazione è una assoluzione a tutto campo, per altri la richiesta di rinvio a giudizio è una condanna anticipata. Poi le parti s'invertono. Per gli altri! La richiesta di archiviazione diventa la presunzione di un privilegio riservato a chi "non si vuol colpire" e la richiesta di rinvio a giudizio la "persecuzione" giudiziaria che si accanisce contro le vittime designate.
Entrambi i ragionamenti sono legittimi ma saltano l'essenziale: si tratta delle opinioni di un Pubblico Ministero, legittime e (si spera) ben fondate e supportate che devono essere valutate da un giudice (Gip/Gup) in un contesto in cui le "parti" avranno modo e spazio per far valere le proprie ragioni. Chi è accusato potrà difendersi, chi è "Parte offesa" potrà insistere nel dolersi. In tutto questo semplice meccanismo, sarebbe opportuno che il giudice venisse lasciato in pace e non subisse alcuna forma di pressione. Vedere il proprio giudicando in pubblico con il Presidente della Repubblica ed a cena con il Presidente del CSM (che poi sono la stessa persona) non è vietato. È solo inopportuno. Una semplice delicatezza verso l'On. Giorgio Napolitano, avrebbe consigliato di evitargli l'imbarazzo o, quantomeno, non metterlo nelle condizioni di affrontare prove delicate. Invece no! Non viene meno il rispetto e la deferenza verso la persona e l'istituzione, ma non si può evitare di avanzare qualche critica all'entourage. Diritto tutelato dalla Costituzione Repubblicana.


p.s. Può essere utile rileggere alcuni articoli pubblicati recentemente che forniscono a tutto tondo il quadro di un momento delicato per le istituzioni repubblicane e per l'ufficio della Presidenza della Repubblica da cui si continua (invano) ad attendere qualche risposta: "una lettera che non avrei mai voluto scrivere" di Luigi de Magistris; Cari colleghi, dove eravate? di Gabriella Nuzzi; Napolitano in Basilicata stringerà la mano delle massime autorità: molti sono indagati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari di Nicola Piccenna

2 commenti:

  1. Non sono d'accordo con Lei, circa l'imbarazzo o l'inopportunità dell'incontro tra De Filippo e Buccico con Napolitano, per due ragioni. La prima: credo che la "presenza" delle istituzioni vada sempre preservata e se risulta costituzionalmente garantita la presunzione di non colpevolezza di un indagato, a maggior ragione deve essere garantita la "vitalità" dello stesso indagato, anche se questo significa "funzione e responsabilità pubblica". La seconda: la coppia De Filippo - Buccico è stata messa sotto inchiesta per le valutazioni di un magistrato (De Magistris), sconfessate dal suo sostituto (salvo, come Lei ha giustamente evidenziato, i successivi passaggi processuali). Lo stesso De Magistris, nella lettera di addio alla magistratura, accusa Napolitano di essere, a dir poco, un fiancheggiatore dei mafiosi presenti nelle istituzioni che hanno gestito l'insabbiamento delle sue inchieste e rovinato la carrierra di 4 magistrati. Attenzione, non credo De Magistris si riferisse a Buccico e De Filippo quali mafiosi istituzionali, trattandosi i due, non si offenderanno di certo, di personaggi di piccolo cabotaggio su scala nazionale. Se così stanno le cose, soprattutto considerando che le accuse sia alla coppia di lucani sia al presidente, provengono dallo stesso magistrato, delle due l'una. O De Magistris è un esaltato, per cui faremmo meglio a far cenare in pace Napolitano con le istituzioni lucane, ovvero, considerato che le accuse al presidente Napolitano sono a mio giudizio più gravi, dovrebbero essere De Filippo e Buccico a sentirsi in imbarazzo di stringere la mano al garante dei poteri forti e dei manovratori occulti di regime, e non viceversa!

    RispondiElimina
  2. Ovviamente rispetto l'opinione ma non ne condivido la logica e le conclusioni:
    1) non si discute la "vitalità" dell'indagato, né la "presenza" delle istituzioni. Nulla avrebbe tolto all'una ed all'altra che l'accoglienza a S.E. il Presidente Napolitano fosse stata delegata al vice sindaco e al vice presidente regionale. Le Istituzioni non coincidono con una persona;
    2) le ipotesi di reato contestate da De Magistris a Buccico, De Filippo e molti altri nel Proc. Pen. "Toghe Lucane" sono sostenute da alcune centinaia di migliaia di pagine di documenti, intercettazioni, riscontri e persino testimonianze di magistrati. Il "successore" nella titolarità del fascicolo (Dr. Vincenzo Capomolla) ha semplicemente fatto sparire l'atto di chiusura delle indagini (nel senso fisico del termine) per sostituirlo con una versione riassemblata di sua produzione. Se De Magistris sia un esaltato, a questo punto, non lo sapremo mai. Anche se Le posso assicurare (avendo legittimamente estratto copie degli atti prodotti da De Magistris) che l'operazione compiuta dal Dr. Capomolla sarà adeguatamente qualificata dalla Procura competente che ne sta valutando eventuali rilievi penali. Così come Le posso documentare che chiunque si sia cimentato nella lettura degli atti, compresi magistrati, avvocati e addetti ai lavori, ha riscontrato piuttosto la "tiepidezza" del Dr. De Magistris. Lei certamente conosce cosa stabilisce il Codice Penale in materia di prevenzione e riduzione del rischio commissi delicti per quei pubblici ufficiali che, potendolo ed avendone contezza, non impediscono l'aggravarsi o il reiterarsi di una condotta criminosa;
    3) le critiche (non accuse, per ora) mosse dal Dr. Luigi de Magistris al Presidente Napolitano sono ampiamente consentite dalla Costituzione (diritto di critica) e totalmente giustificate dagli atti processuali. I provvedimenti assunti da De Magistris e quelli (diversi e successivi) dei magistrati di Salerno, hanno superato tutti i gradi di giudizio sino ad oggi esperiti. Compersa la Cassazione. Allora perché questi magistrati sono stati puniti e, soprattutto, perché restano in punizione anche dopo che sono cadute (per giudizio del GUP di Perugia) le residue contestazioni penali a loro carico? Perché il Presidente del CSM, Giorgio Napolitano, tace oggi mentre quando si trattò di dare addosso a codesti magistrati non mantenne quel silenzio e quel riserbo che (a volte) predica?
    4) Buccico e De Filippo sono accusati di gravi reati e devono sottostare ad un giudizio. Accompagnarsi con il vertice del CSM prima di un simile appuntamento è quantomeno inopportuno. Napolitano è, viceversa, un uomo su cui non pende alcun procedimento (né potrebbe pendere, visto il celebre Lodo). Il fatto che se ne critichino scelte, atti e opinioni, non comporta alcuna difficoltà a garantirgli il rispetto che si deve all'uomo, all'istituzione ed al politico. Perché non dovremmo (tutti noi italiani, compresi Buccico e De Filippo) essere orgogliosi di stringergli la mano, avendone l'opportunità?

    RispondiElimina