martedì 7 ottobre 2008

AL DIRETTORE DEL TG3 BASILICATA: STRANO MA VERO!

Da un singolare scambio epistolare (che allego di seguito), è emerso che il Direttore del TG3 Basilicata non è il Dr. Renato Cantore. Va da sé che l'invito, rivolto a quest'ultimo, di farsi da parte come conseguenza della imbarazzante situazione in cui versa la testata giornalistica della Rai regionale non è da ritenersi valido, in realtà non lo è mai stato. Ovviamente, l'opportunità di lasciare il campo ad altri professionisti viene sottoposta all'attenzione dell'effettivo Direttore che non tarderà, spero, ad accoglierlo. Resta il fatto sconcerante che, per almeno un anno, abbiamo inviato comunicazioni di ogni tipo al Dr. Renato Cantore ed a suoi collaboratori (giornalisti) della RAI Basilicata indicandolo come "Direttore del TG3 Basilicata", senza che nessuno ci abbia segnalato l'equivoco. Strano ma vero!
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n.b. Le comunicazioni piccenna-cantore-piccenna, di seguito riportate, sono in ordine cronologico inverso (dall'ultima alla prima). Per una migliore comprensione, si consiglia di leggerle (quindi) tenendo presente che l'ultima riportata corrisponde alla prima inviata (e viceversa).
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Da: Piccenna [mailto:piccenna@hotmail.com]
Inviato: lunedì 6 ottobre 2008 23.10
A: Cantore Renato Maria
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Egregio Capo Redattore Dr. Renato Cantore,
la vera notizia che ricavo dal nostro scambio di epistole elettroniche è che Lei non è il Direttore del Tgr Basilicata. Questo mi obbliga a chiederLe scusa pubblicamente (invierò questa e-mail a tutti coloro che hanno ricevuto la prima comunicazione dall'oggetto "Renato Cantore se ne deve andare). Infatti la mia critica veniva indirizzata (principalmente) alla Sua persona, come del resto ho scritto, nella Sua (supposta) veste di Direttore della Testata Giornalistica Regionale della RAI. Diversamente, avrei indirizzato il mio invito al Direttore effettivo e non a Lei. Tuttavia, mi consenta ancora una replica. E' da almeno un anno che indirizzo alla Sua attenzione ed a quella di alcuni giornalisti, stabilmente impegnati come dipendenti a tempo indeterminato presso la RAI di Potenza, documenti di varia natura ma sempre di stretta pertinenza giornalistica: articoli, comunicati stampa, richieste di replica, contestazioni, sollecitazioni e, tornando a bomba, i titoli del nostro settimanale ("Il Resto") per la rubrica "Basilicata in edicola". Ebbene in tutti questi documenti, Le ho sempre attribuito il "titolo" di Direttore del Tgr Basilicata. Cosa le ha impedito di spiegare che Lei era "solo il capo redattore"? (ovviamente, qualora la memoria dovesse necessitare di supporto, l'archivio delle e-mail potrà sopperire)
Cordiali Saluti
Nicola Piccenna
333.9089153
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p.s. Appena "scoprirò" chi è il Direttore della testata TGR Basilicata, sarà mia cura rinnovare al suo indirizzo quell'invito che Lei, giustamente, non ha motivo di seguire. A meno che gli "interessanti sviluppi" cui fa cenno (e di cui non riesco ad immaginare la natura), non postulino diversamente.
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From: Cantore Renato Maria
Sent: Monday, October 06, 2008 4:48 PM
To: Piccenna
Subject: R: Renato Cantore se ne deve andare!
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evidentemente parliamo due lingue diverse.
Nella mia lingua "se ne deve andare" non è un invito.
Qualora si trattasse di un invito, mi spiace di doverle comunicare che non ho alcuna intenzione di accoglierlo.
Per il resto, noto che non ha alcuna voglia di dare un seguito a quel "magari..." che lasciava intendere interessanti sviluppi. Ne prendo atto.
RC
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p.s. purtroppo non sono il direttore del Tgr Basilicata, ma solo il capo redattore
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Da: Piccenna [mailto:piccenna@hotmail.com]
Inviato: lunedì 6 ottobre 2008 16.28
A: Cantore Renato Maria
Oggetto: Re: Renato Cantore se ne deve andare!
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Egregio Direttore,
come è evidente (allego anche la mia prima corrispondenza), Lei ha difficoltà a comprendere persino quanto scrivo.
Non so se e dove abbia potuto leggere, da parte mia, degli insulti. Come avrà modo di accertare, rileggendo la mia comunicazione scritta (fortunatamente), sia nella dichiarazione esplicita ("... non avanzo questa grave critica con leggerezza...") che nel successivo contenuto, non vi sono insulti ma una semplicissima e grave critica al suo operato. Forse Le dispiacerà, ma di critica si tratta tanto è vero che non ho attribuito alcun appellativo né qualificazione ingiuriosa a Lei e/o al Telegiornale di cui Ella ha la responsabilità in veste di Direttore.
Altra condotta erroneamente contestatami, è quella di averLe inviato i cosiddetti (inesistenti) insulti "gratuitamente". Mi scuso, io credevo di averLe inviato delle pesanti critiche a titolo oneroso; così mi pare anche rileggendo la mia comunicazione. Comunque i motivi sono ben chiari, la cattiva conduzione del servizio giornalistico di cui è responsabile. Non già una mancata condivisione della linea editoriale, bensì una impropria censura del settimanale per cui scrivo (immeritatamente) e, cosa ben più grave, per la censura di importanti notizie di pubblico interesse attinenti a rilevanti vicende giudiziarie in cui sono coinvolti i vertici delle Procure di Matera e Potenza. E le censure di cui innanzi, sono solo esemplificative di un costume censorio documentabile negli anni.
Le sarei, poi, grato se mi spiegasse quali insinuazioni legge nell'invito a dedicarsi ad "altre attività", specie dove i puntini sospensivi sono lì ad indicare solo genericamente (lasciandoLe ampia facoltà di scelta) a quali attività dedicarsi. In ultimo, come è evidente nel mio scritto, non ho proposto di cacciare nessuno. Le ho chiesto di farsi da parte, lasciando a Lei la valutazione di opportunità, come è giusto che sia. Cosa centri questo invito con la "democrazia", proprio non riesco a spiegarmelo. Ma non me ne faccio un cruccio.
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From: Cantore Renato Maria
Sent: Monday, October 06, 2008 10:52 AM
To: Piccenna
Subject: R: Renato Cantore se ne deve andare!
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Caro Piccenna,
al rientro da qualche giorno di (immeritato) riposo, trovo i suoi gratuiti insulti. Non è mio costume replicare. Osservo solo che non mi pare segno di un costume "democratico" chiedere la cacciata di un giornalista di cui non si condivide la linea editoriale. Quanto poi all'invito a dedicarsi ad altre attività, con tanto di puntini sospensivi, la pregherei di esplicitare le sue insinuazioni,in modo da consentirmi di incontrarla nelle sedi opportune per tutelare la mia onorabilità.
Renato Cantore
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Da: Piccenna [mailto:piccenna@hotmail.com]
Inviato: domenica 5 ottobre 2008 1.30
A: Cantore Renato Maria
Oggetto: Renato Cantore se ne deve andare!
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INFORMAZIONE IN BASILICATA: IL TRISTE CASO DEL TG REGIONALE
Spero sia chiaro a tutti che non avanzo questa grave critica con leggerezza, né senza aver prima tentato in tutti i modi di evitare pubbliche diatribe. Numerose comunicazioni e documentabili inviti alla ragionevolezza (ed al dovere) sono stati rivolti al Direttore del TGR Basilicata, Dr. Renato Cantore, a titolati redattori e persino all'ufficio stampa della RAI ma nessun effetto sembrano aver sortito. La rubrica ("edicola della Basilicata") del Telegiornale Regionale della Basilicata del venerdì sera e quella "equivalente" dell'edizione radiofonica del successivo sabato mattina, restano refrattarie al settimanale "Il Resto" ed ai suoi titoli. Nelle saltuarie e striminzite citazioni, l'unica testata per cui non viene proposto il logo né il testo del titolo riferito, sembra si voglia sminuire piuttosto che informare sull'operato di una testata che, diversamente, ha sempre operato un valido giornalismo d'inchiesta; magari scomodo per i "poteri forti", ma sempre rispettoso della verità dei fatti e dell'interesse pubblico per le notizie riferite. Purtroppo, non si tratta dell'unica "censura" cui assistiamo da parte della testata giornalistica regionale. Ultimo esempio di una lunga serie, l'informazione assolutamente carente fornita dal servizio pubblico della RAI di Basilicata relativamente alla conferenza stampa dell'Associazione "Autonomia Forense" e del "Sindacato Avvocati" tenuta a Potenza il 4 Ottobre 2008. Per farsi un'idea di come si possa fornire una informazione assolutamente insufficiente se non addirittura fuorviante, sarà sufficiente prendere visione delle immagini e dell'audio reso disponibile sul sito http://www.lucania.ilcannocchiale.it/ confrontandolo con il servizio trasmesso dal Telegiornale Regionale della Basilicata (nelle edizioni delle 14, 19 e 23 del 4 ottobre 2008).
Credo non sia necessario aggiungere altro, se non che è arrivata l'ora che il buon Renato Cantore passi la mano ad altri professionisti (in Rai ce ne sono di ottimi). Magari potrebbe dedicarsi ad attività di produzione televisiva o professionale per qualche società privata o cooperativa, magari tornare ad esserne socio, magari... Intanto sarebbe il caso che la più importante testata giornalistica regionale, tornasse ad occuparsi d'informazione, quella vera. Magari d'inchiesta.
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p.s.
Mi scuso per aver pubblicato sul blog dedicato a "Toghe Lucane" un post (apparentemente) fuori tema. In realtà, si tratta di uno dei post più in tema che potesse esserci. Se un sistema di collusioni, commistioni e supposte corruzioni è potuto crescere ed arrivare ad occupare tutti i gangli vitali della Regione Basilicata, ciò è dovuto alla mancanza di una informazione libera ed attenta. E non è neppure un caso se questo sistema malato è andato in crisi quando una simile informazione ha "ripreso" a funzionare.
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Richiamo, in ultimo, l'attenzione dei lettori sulla utilità di sottoscrivere la raccolta firme per chiedere il trasferimento delle "Toghe Indegne" della Basilicata. Dopo aver ascoltato gli interventi degli avvocati, forse, sarà tutto più semplice e chiaro.
Firma anche tu: http://www.firmiamo.it/togheindegne

2 commenti:

  1. Sempre la solita piangina del ricorso alle querele, sempre il solito accenno alla tutela "nelle sedi opportune"! Sempre il solito lassismo e lo svicolare a domanda precise.
    Egregio Dottor Cantore, a qualunque titolo voglia rispondere, al sottoscritto basta anche quello di autorevole giornalista quale risulta essere, ci vuol spiegare come mai una linea editoriale come la definisce, deve essere sempre e solo monocromatica?
    Se non erro anche noi contribuiamo ai Vs. stipendi pagando un canone rai che dovrebbe essere di un servizio pubblico e che talvolta sembra essere privatistico? Come mai questi dubbi sorgono in capo anche al semplice uomo della strada che non riesce a comprendere certi servizi? Vedasi anche il servizio su Marinagri, dove si cerca di ristabilire una legalità violata e dal quale traspariva la voglia di mettere a tacere tutto ridare i posti di lavoro come se niente fosse.
    Mi chiedo una cosa! Secondo Lei se un disoccupato siciliano entra nel giro della mafia e diventa killer è legale pur di portare il pane a casa?
    Suvvia, lasciate il posto al pluralismo televisivo e di opinione altrimenti guardiamoci tutti il TG4 almeno lo show è gratis e assicurato.

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  2. Sempre il solito strazio italico di "minacciare" querele! Sempre il solito strazio di sentire "sedi opportune".
    A quando una risposta decente a delle domande? Egregio Dottor Cantore, in qualunque veste Lei voglia rispondere, non le pare che proprio voi giornalisti molto spesso usate frasi da querela trincerandovi dietro il "diritto di cronaca"?
    Faccia uno sforzo di sopportazione e dia una risposta alla linea editoriale alla quale contribuiamo pagando il canone rai per un servizio esclusivamente "monotematico" per usare un eufemismo lontano dallo scibile delle querele!!!

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