venerdì 9 gennaio 2009

Il ministro Alfano e la deportazione dei magistrati

Il ministro Angelino Alfano (della cd Giustizia) ha chiesto la deportazione (pardon il trasferimento) per i magistrati di Salerno che stanno indagando sui magistrati di Catanzaro che hanno in carico i procedimenti Why Not e Poseidone. Per il Procuratore Capo, Dr. Luigi Apicella, chiede una punizione esemplare: al trasferimento urgente (chiesto anche dal Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione), aggiungendo “il carico” della sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. Ma che senso ha la sospensione di un magistrato che fra due mesi andrà in pensione? Neanche per il Dr. Giuseppe Chieco (procuratore Capo a Matera) che ha mentito agli inquirenti, che ha acquistato casa dall’imprenditore indagato dalla sua Procura, che ha disposto d’intercettare il magistrato che indagava lui stesso ed i suoi subordinati sostituti procuratori, che usava i mezzi e gli uomini della Polizia Giudiziaria per fare shopping personale, che intratteneva cordiali e personali rapporti con l’avvocato di innumerevoli indagati ed imputati controparti della “sua” Procura, che conservava sul suo computer personale atti di procedimenti giudiziari da cui “si era astenuto dal conoscere il contenuto”, che risulta ad oggi indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari... (e potremmo continuare a lungo, molto a lungo). Ciò che vale per Giuseppe Chieco vale anche per Vincenzo Tufano, Sua Eccellenza il Procuratore Generale a Potenza e qui si aggiunge che anche la questione dell’incompatibilità funzionale. Come fa S.E. il Dr. Tufano ad essere un credibile “vigilante” sull’operato del suo coindagato Dr. Giuseppe Chieco, con cui condivide la pesante ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari? E cosa dire della D.ssa Annunziata Cazzetta, sostituto procuratore a Matera che dispone le intercettazioni a carico di 5 giornalisti col dichiarato scopo di scoprirne le fonti, che ascolta le conversazioni fra il capitano dei Carabinieri ed il PM Luigi De Magistris che accertano ipotesi di reato a suo carico (della Cazzetta), che inventa l’associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa (assurdo giuridico), che accusa un giornalista di violenza privata con l’uso delle armi per aver scritto testualmente: “il Sen. Emilio Nicola Buccico rinunci alla corazza dell’immunità parlamentare e così il duello sarà ad armi pari, un cavallo una lancia e via per un duello medievale”, che dichiara il falso durante le udienze (fatto provato, denunciato e documentato allo stesso Ministro Alfano, oltre che alle Procure competenti)… ed anche qui potremmo continuare a lungo. Ebbene neanche per siffatti magistrati si era arrivati a richieste di punizione così pesanti. Perché? Forse perché il CSM domani (10 gennaio 2009) deve prendere una importante decisione proprio a carico del Dr. Apicella? No, non sembra credibile. Piuttosto, forse, per dare una lezione senza precedenti ai magistrati inquirenti. Forse non l’hanno capito ancora che le inchieste Why Not, Poseidone e Toghe Lucane sono materia che scotta. Forse non hanno capito che la giustizia è nelle mani di gente senza scrupoli. Forse non vogliono capire che le regole, le Leggi ed i Codici sono saltati. Forse non hanno voluto capire la lezione impartita al Dr. Luigi De Magistris, cioè che si può essere incolpati, processati e condannati perché qualcuno ha deciso così e tutto il resto ciccia. Certamente, invece, è il signor Angelino Alfano, chiamato ad essere ministro della Repubblica, a non aver capito una semplice elementare regola: i membri del CSM non sono esecutori sciocchi. Potrebbero anche essere influenzabili, potrebbero anche avere degli interessi personali illeciti, potrebbero, finanche, voler usare del loro potere per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, ma non sono incapaci d’intendere e volere. Specie dopo la sortita del Sen. Nicola Mancino (vice Pres. CSM) che ha chiaramente spiegato come sottometteranno la magistratura alla politica. Quindi, capiscono perfettamente che condannare alla “deportazione” un magistrato che ha solo e banalmente compiuto un dovere, spalanca la strada alla fine della democrazia in Italia e, con essa, anche alla fine della magistratura. Peccato, signor Ministro, questa sua ultima trovata scopre il suo vero volto, quello degli interessi inconfessabili che sottende quest’ultima, sciagurata e provvidenziale al tempo stesso, istanza di trasferimento urgente. Il vero volto di un potere assoluto che ha deciso di controllare totalmente lo Stato. I membri del CSM non lo permetteranno. Non già perché scevri di responsabilità e difetti, ma semplicemente perché consci che la deportazione del Dr. Apicella coincide con la fine stessa della magistratura e, con essa, dell’ordinamento democratico repubblicano. Viva l’Italia.
Nicola Piccenna

4 commenti:

  1. La situazione è gravissima per la democrazia. Colpisce che il Ministro Alfano chieda i pesantissimi provvedimenti a carico del Procuratore Apicella proprio il giorno prima della decisione del CSM, così non dando il tempo all'opinione pubblica di sapere e divulgare ed organizzare il proprio dissenso. Colpisce e preoccupa la gravità e la solerzia di tali iniziative, a fronte dell'inerzia nei confronti dei magistrati lucani succitati.
    Ma per avere una Giustizia "giusta", cosa saremo costretti a fare, a scendere in piazza con i forconi ?

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  2. NO!!! Basta soltanto che ci si renda conto che la XV° legislatura è stata illegittima, così come lo è quella attuale. Di conseguenza, i governi altrettanto illegittimi. Quindi, invocare elezioni libere in cui il Popolo sovrano possa scegliersi i propri rappresentanti parlamentari. Gli attuali 1000 senatori e deputati rappresentano soltanto Berlusconi D'Alema e pochi altri a capo di partiti che man mano, grazie alla legge porcata (come ben definita dal suo estensore, on. Calderoli) si sono trasformati in associazioni a delinquere.

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  3. In un commento all'articolo "Proclama per l'Italia nostra" del 26 dicembre scorso, sollecitavo un presa di posizione pubblica, anche autonoma rispetto agli organi associativi di loro rappresentanza, nell'esercizio del diritto di ciascuno a manifestare il proprio pensiero, dei magistrati su quanto, in maniera sconcertante, si sta verificando, in questi mesi, in Italia, dove è ormai palese un sovvertimento delle categorie di valutazione di ciò che è lecito e di ciò che lecito non è.
    In tale prospettiva, mi preme segnalare il numero de "L'espresso" uscito ieri, 9 gennaio, in edicola, nel quale è interessantissima l'intervista rilasciata a Peter Gomez dal neo procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che, con il rigore e l'atteggiamento anche obbiettivamente critico, verso chiunque, che deve caratterizzare l'espressione del pensiero da parte di chi svolge le funzioni di magistrato, ha esplicitato un chiara denuncia delle storture sulle quali molti di noi si stanno, in questo periodo, consumando e spendendo.
    Sempre nello stesso numero de "L'espresso", segnalo un altro articolo riferito ad asseriti contatti e trattative, agli inizi degli anni novanta, tra esponenti dello Stato e Cosa Nostra, per arginare la strategia stragista di quest'ultima, trattative che, si asserisce, videro svolgere ruoli anche a personalità che, in questi giorni, sono chiamate a decidere quali sono i magistrati degni e quali quelli indegni.
    Sarebbe utile dare a quei due articoli la massima diffusione.
    FAR

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  4. Credo che sia giusto diffondere la notizia di questa iniziativa, che condivido. Perché il CSM deve prendere una decisione che non riguarda solo singoli magistrati, ma riguarda la Giustizia. I mass media evitano persino di dare adeguate notizie su questo procedimento disciplinare, che pura ha una rilevanza pubblica enorme. Forse ritengono che la notizia che d’inverno nevica ha una rilevanza maggiore. In qualunque modo la pensiate sull’argomento credo che possiate condividere la rilevanza pubblica di questa vicenda.
    Quindi segnalo questa iniziativa, comunicata in un commento pubblicato da UGUALEPERTUTTI al post di M. Travaglio “Applausi siam tutti fascisti”
    “Ciao a tutti. Abbiamo organizzato una manifestazione Sabato 17 gennaio a Roma davanti al Csm la mattina della decisione del CSM ( GIà SCRITTA ) sul trasferimento.
    Una reazione di quel che resta della società civile allo scandalo
    Ho già avuto l'autorizzazione dalla questura.
    Aderite su facebook o venite direttamente sabato 17 dalle 8 davanti al CSM

    Niente bandiere, solo indignazione e presenza di spirito

    http://www.facebook.com/home.php?#/event.php?eid=112980220385

    Ringrazio lo splendido blog per lo spazio

    Vanni Trentalance
    11 gennaio 2009 16.00”

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