venerdì 16 gennaio 2009

L'imparzialità, l’autonomia, l’indipendenza ed il corretto esercizio della giurisdizione in ogni magistrato della Repubblica

“Merita osservare nel doveroso rispetto dell’indipendenza ed autonomia delle diverse istituzioni, che la pressione esercitata da ispezioni reiterate, interpellanze, audizioni, convocazioni, interventi autoritativi, finalizzati ad imporre ordinarietà o normalità non meglio precisate negli uffici giudiziari, e dall’amplificazione mediatica loro riservata, potrebbe essere considerata idonea a minare la imparzialità, l’autonomia, l’indipendenza e, infine, il corretto esercizio della giurisdizione in ogni magistrato della Repubblica, dal quale, tuttavia, deve attendersi che difenda, facendosene portatore, i suddetti valori, propri della giurisdizione, anche in siffatti contesti”. (Maria Teresa Belmonte - Gip Salerno)

Un’altra pagina, un quadro chiaro, una finestra aperta sul disastro di credibilità del sistema giudiziario italiano. Magistrati trasferiti (De Magistris) per atti che hanno trovato l’approvazione di tre organismi giudicanti successivi (Gip, Riesame, Cassazione). Altri magistrati sotto minaccia di trasferimento (Apicella, Nuzzi, Verasani) per aver adottato un provvedimento di sequestro confermato dal Tribunale del Riesame. Adesso arriva un altro magistrato che denuncia pressioni idonee a “minare la imparzialità, l’autonomia, l’indipendenza e, infine, il corretto esercizio della giurisdizione in ogni magistrato della Repubblica”.
Tutto ciò non è posto in essere dalla mafia, dalla ‘ndrangheta o dalla camorra; bensì da alti vertici istituzionali che impunemente con protervia continuano nell’opera di demolizione della credibilità delle istituzioni repubblicane. Questi atti sono reati, gravissimi, che il cittadino “deve attendersi che difenda, facendosene portatore, i suddetti valori, propri della giurisdizione, anche in siffatti contesti”.
È tutto chiaro? Staremo a vedere

2 commenti:

  1. La dottoressa Belmonte è stata costretta a scrivere nell'ordinanza, quello che avrebbe dovuto leggere in continue note che, in questi momenti così tragici per le istituzioni, dovrebbero essere diramate dal suo sindacato: l'Associazione Nazionale Magistrati!
    b

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  2. Le parole della dott.ssa Belmonte meriterebbero di essere scolpite nella pietra ed affisse in ogni aula di giustizia, nella stanza di ogni magistrato, per evocare in ogni momento le immancabili sofferenze che accompagnano le decisioni di chi ha scelto di essere arbitro del destino delle persone e, nello stesso tempo, per evocare il prestigio, l'autorevolezza, la consapevolezza dell'altezza e della forza delle funzioni di chi giudica, quando è confortato e supportato nelle proprie decisioni dalla scelta, per cui ormai bisogna avere sempre più coraggio, di essere soggetto soltanto alla Legge.
    FAR

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