martedì 23 settembre 2008

TOGHE LUCANE: SCANDALO PETROLIO

Cosa hanno a che vedere le Toghe Lucane con le annunciate "scoperte" sulla gestione del petrolio lucano? Ci riferiamo, per una parte, all'inchiesta dell'ex PM di Catanzaro (Dr. Luigi de Magistris) e, per l'altra, alla presunta inchiesta del PM di Potenza Dr. Henry John Woodcock. Si tratta di due vicende molto delicate e persino complesse, come è facile intuire. Ma, anche, molto connesse come è facile verificare. Come al solito occorre una buona dose di pazienza e la capacità di leggere qualche etto di documenti estratto dai quintali di carte zeppe d'informazioni inutili che vengono impietosamente (e sapientemente) riversate sui lettori di mezzo mondo. Per esempio (Cicero pro domo sua), si potrebbero leggere gli articoli pubblicati dal settimanale "Il Resto" in data 1 ed 8 dicembre 2007 e successivamente 5 gennaio ed 8 marzo 2008 (UNIPOL E COOPERATIVE ROSSE NEL GIRO DEL PETROLIO LUCANO - Petrolio liquido maleodorante, untuoso, nero, ma di grande valore - Petrolio, alta finanza e i conti della serva - ORO NERO LUCANO... "FACCI SOGNARE"), così tanto per farsi un'idea di quanto certe realtà economiche vicine a certe realtà politiche abbiano sviluppato interessi enormi in collegamento con le risorse petrolifere di Basilicata. Poi, per completare il quadro sul versante "politico", si potrebbero approfondire le pubblicazioni del 15 marzo e 17 maggio 2008 (D’ALEMA ED I MAGISTRATI IN CARRIERA PRESTATI ALLA POLITICA - Quando l’ebbe rinnegato per la terza volta, un gatto cantò). Forse adesso sarà possibile formulare alcune ipotesi, almeno per immaginare cosa tenga il Dr. Giuseppe Chieco inchiodato alla poltrona di Procuratore Capo nella Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera. Per qualsiasi altro magistrato, le evidenze probatorie che già sono note nell'inchiesta Toghe Lucane e l'incompatibilità da egli stesso dichiarata (dopo le velate intimidazioni effettuate per suo ordine dalla segretaria del Dr. Chieco, Caterina Allegretti, si è giunti alle pubbliche dichiarazioni di incompatibilità dalla sua viva voce: "in presenza di Piccenna io non parlo" con conseguente abbandono della conferenza stampa. Manco fosse - Piccenna - un indagato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari), avrebbero portato al trasferimento immediato. Evidentemente gli interessi mossi dal petrolio lucano sono enormi (banalità, ndr) ed il castello di relazioni, incroci istituzionali e coperture di casta che ne hanno protetto la gestione è altrettanto ben piantato. Ma qualcosa scricchiola, qualcuno parla, altri indagano e, forse... le coperture salteranno. Allora ne vedremo delle belle!
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p.s.
Rinnoviamo l'invito a sottoscrivere la petizione per il trasferimento immediato delle Toghe Indegne con una particolare attenzione per il Dr. Giuseppe Chieco che, negli ultimi mesi, mostra preoccupanti segni di cedimento psicologico: www.firmiamo.it/togheindegne

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